- Ideazione e curatela: Guido Gambetta, Simona Segre-Reinach
- Coordinamento: Giacomo Nerozzi
- Testi: Bianca Cappello, Vittoria Caterina Caratozzolo, Francesco Citti, Glenda Furini, Guido Gambetta, Chiara Pompa, Simona Segre-Reinach
- Digitalizzazione immagini, realizzazione mostra virtuale: Glenda Furini
- Comunicazione: Francesca Fughelli, Alessandro Spallanzani
«Per chi, come me, scrive spesso sulla moda presente, e tenta di decifrare la moda futura, solo la moda passata è affascinante davvero». - Irene Brin
La mostra fotografica virtuale Rodrigo Pais, Sguardi sulla moda. Fotografie dagli anni Cinquanta propone una selezione inedita di 60 immagini raccolte attorno al tema della moda e del costume nella Roma dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, frutto di una lunga e appassionata ricerca svolta all’interno del fondo fotografico Rodrigo Pais composto da circa 380 mila fototipi e conservato dalla Biblioteca Universitaria di Bologna.
La mostra si suddivide in sei sezioni curate rispettivamente da Simona Segre-Reinach, Guido Gambetta, Glenda Furini, Vittoria Caterina Caratozzolo, Chiara Pompa e Bianca Cappello, ed è accompagnata da un catalogo dall’omonimo titolo a cura di Guido Gambetta e Simona Segre-Reinach, della casa editrice Drago.
- Nella prima sezione, Le ragioni di una mostra, la curatrice Simona Segre-Reinach indaga la particolare sensibilità di Rodrigo Pais nel documentare la moda: «Mostrare il lavoro di Rodrigo Pais attraverso la lente della moda ha quindi un duplice scopo: da un lato offrire una prospettiva ancora poco esplorata della sua opera – dall’altro, attraverso i suoi scatti, confermare il valore sociale, culturale, rappresentativo e politico della moda italiana, presente sin dagli esordi nei decenni Cinquanta e Sessanta, seppure non ancora riconosciuto nella sua valenza antropopoietica. Il pur sottile distinguo tra moda e costume sfuma nel lavoro di Pais che riesce ad annodare i fili di una realtà complessa come quella italiana nei decenni del boom economico».
- Nella seconda sezione, Alla ricerca di quello che manca, il curatore Guido Gambetta racconta i particolari della ricerca svolta e i molteplici attori coinvolti, soffermandosi su alcuni casi eccezionali che lo hanno portato a rilevanti scoperte all’interno dell’archivio: «Quando ho cominciato a lavorare sui servizi legati alla moda, non essendo un esperto dell’argomento, ho dovuto basarmi sulle testimonianze dei protagonisti ancora vivi o sui loro parenti oppure sui curatori degli archivi fotografici. […] Il lavoro è stato divertente e mi ha permesso di contattare molte persone, ma si è rivelato anche disseminato di insuccessi».
- La terza sezione Pais, fotocronache di moda, curata da Glenda Furini, evidenzia le sfaccettature distintive della produzione fotografica di Pais nel documentare visivamente la moda e il costume: «Un aspetto caratteristico delle immagini in mostra, e selezione per il volume, è la conciliazione tra lo stampo foto cronachistico dei reportage e l’incursione della moda che entra nell’immagine senza una vera e propria intenzionalità autoriale. Pais fotografa l’incedere rapido e continuo degli eventi nella Roma degli anni ’50 e ’60, fulcro e crocevia di mode, ma il suo interesse principale sono le persone, ciò che le persone fanno e nel ritrarle ritrae il costume del tempo».
- La quarta sezione Pratiche e atmosfere urbane del vestire: la moda fotografata a Roma tra gli anni Cinquanta e Settanta, curata da Vittoria Caterina Caratozzolo, propone un’analisi delle immagini che va oltre la mera lettura cronachistica dei fotoservizi: «non sarebbe giusto e fruttuoso ascrivere le sue fotografie all’ambito del mero servizio di cronaca. Le immagini di Pais si fanno vieppiù attraenti quando arrestano lo sguardo e lasciano percepire i tratti più elusivi di quegli anni: le atmosfere in cui si materializzavano gli incontri tra le persone e le cose in ambienti che non erano confinati alla sala di prova delle maison, alle sfilate, agli interni di musei o teatri, ma si allargavano a includere amenamente spazi en plein air, tratti di strade e scorci di piazze romane che nelle idiosincratiche inquadrature del fotografo restituiscono le tonalità emotive che accompagnavano l’apparire di persone e cose, il farsi visibile della loro relazione, l’emersione di nuovi stili di vita.».
- La quinta sezione Giovani, ribelli alla moda. Le ragazze in minigonna di Rodrigo Pais (o di un fotoreporter nella ‘swinging Rome’), curata da Chiara Pompa, si concentra sull’analisi dei radicali mutamenti dei costumi delle giovani donne delineando un filo conduttore tra la Capitale e la Swinging London: «Sono giovani, ribelli e alla moda le ragazze in minigonna ritratte da Rodrigo Pais tra il 1968 e il 1971. Acuto osservatore dello spazio urbano, dallo sguardo analitico e al tempo stesso vivace, il fotoreporter si aggira solitario per le strade della Capitale, teatro di mutamenti radicali nei costumi delle giovani donne dell’epoca, che contribuisce a porre in luce, svelandone e rivelandone la portata rivoluzionaria».
- Infine, la sesta sezione I gioielli raccontano la Dolce vita: dalle dive da rotocalco alle modelle in passerella, curata da Bianca Cappello, è un’analisi dettagliata dei modi di ‘vestire’ il gioiello che emerge spesso dalla spontaneità dell’istantanea a dispetto della fotografia in posa: «Attraverso il suo sguardo immediato e genuino ancora oggi ci è possibile cogliere e decifrare in modo più verace anche il complesso linguaggio del gioiello, altrimenti congelato nelle vetrine delle gioiellerie o inerte sui corpi immobili in posa negli studi fotografici o ancora falsificato dalle pubblicità patinate».
«Come dichiarano i curatori di questa mostra Rodrigo Pais (Roma 1930-2007) non era un fotografo di moda. Perché dunque proporre una mostra e un volume dedicati a Rodrigo Pais, Sguardi sulla moda. Fotografie dagli anni Cinquanta? Il suo mondo – come fotoreporter del settimanale “Vie nuove”, e quindi de “l’Unità” e di “Paese sera”, testate legate al Partito Comunista Italiano – era quello della Roma della politica, dello sport, del cinema, della letteratura e del jet set che animava gli ambienti ufficiali, ma anche quello della gente comune, per le strade del centro e delle borgate di una Roma allora in rapida espansione edilizia. [...]
Tuttavia Simona Segre-Reinach sottolinea la straordinaria abilità dell’artista nel cogliere, proprio attraverso la moda, quelle stratificazioni culturali e sociali che tanto lo interessavano. Sensibile ai ‘corpi rivestiti’, Pais riesce mettere in luce una precisa grammatica sartoriale, caratterizzata da una specifica modalità comunicativa: i suoi scatti sottolineano come «le immagini, gli abiti, gli sguardi sugli abiti» siano «parte di una recita sociale che segue una ben precisa sceneggiatura», in un periodo – quello degli anni Cinquanta e Sessanta – in cui la moda italiana andava affermandosi nel panorama internazionale. Le mostre di moda, com’è noto, non hanno come finalità quella semplicemente di mostrare la moda, bensì di realizzare un’analisi delle stratificazioni sociali e culturali attraverso la moda. Precisamente ciò che faceva Rodrigo Pais».
Introduzione di Francesco Citti, Presidente della Biblioteca Universitaria di Bologna, in Rodrigo Pais, Sguardi sulla moda. Fotografie dagli anni Cinquanta, a cura di Guido Gambetta e Simona Segre-Reinach, Roma: Drago, 2022, pp. 4-5.
Crediti fotografici
Tutte le immagini presenti in mostra sono trasposizioni digitali in positivo di negativi su pellicola b/n di dimensioni 60x60 mm e 24x36 mm e trasposizioni digitali di diapositive su pellicola a colori di dimensioni 60x60 mm. Il fondo Rodrigo Pais fa parte delle collezioni della Biblioteca Universitaria di Bologna.
© Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Biblioteca Universitaria di Bologna
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