Gina Lollobrigida, con demi-parure collier e orecchini in diamanti, al Teatro dell’Opera. Roma, 3.1.1958

«Possiamo essere grati a Rodrigo Pais perché in questi scatti, realizzati nel primo ventennio della seconda metà del Novecento, ha saputo mostrarci attimi e gesti di spontanea umanità anche in quella serie di eventi ufficiali rigidamente regolamentati dal complesso cerimoniale sociale dell’epoca. Attraverso il suo sguardo immediato e genuino ancora oggi ci è possibile cogliere e decifrare in modo più verace anche il complesso linguaggio del gioiello, altrimenti congelato nelle vetrine delle gioiellerie o inerte sui corpi immobili in posa negli studi fotografici o ancora falsificato dalle pubblicità patinate. E invece ecco che, dopo oltre sessant’anni, bijoux e gioielli ci appaiono a illuminare la gestualità delle celebrità e sono ancora pienamente in grado di raccontarci la società dell’epoca con le sue ambizioni, i suoi modelli di riferimento, il suo fermento in uno speciale momento di fervore e cambiamento. [...]

 

In sintonia con lo stile degli abiti, che occhieggia e riprende linee e decori del Secondo Impero francese, i collier più importanti degli anni Cinquanta sono riviere di grandi pietre preziose, soprattutto smeraldi e rubini ma anche zaffiri sfaccettati di taglio ovale o rettangolare, solitamente incorniciati da diamanti sfaccettati di taglio rotondo. [...]

 

Splendide riviere sono ben mostrate anche negli scatti fatti da Pais ad altre grandi dive dell’epoca come Anna Magnani e Gina Lollobrigida, entrambe affezionate clienti di Bulgari. [...]  

 

Oltre all’alta gioielleria e alla bigiotteria, la metà del Novecento rappresenta unmomento importante per il gioiello che viene coinvolto nelle sperimentazioni delle avanguardie artistiche. In questo senso si nota una diffusa matericità che si esprime con una superficie ruvida e tormentata ottenuta sulla lastra di metallo tramite l’incisione a bulino, la martellatura o anche con la fusione a cera persa. Inoltre vengono indagati altri materiali plastici come la terracotta, al naturale o galvanizzata, il vetro e la ceramica invetriata. [...]

 

Il ventennio che segue la Seconda guerra mondiale è dunque un momento speciale anche per il Gioiello e Pais ha saputo immortalarne i vari linguaggi restituendocelo nelle sue molteplici sfaccettature. Grazie ai suoi scatti ha mantenuto vivi e veraci gli atteggiamenti e i sentimenti dei suoi soggetti permettendoci di avvicinarci a loro e di osservarli come se questi sessant’anni non fossero mai trascorsi».

 

Bianca Cappello, I gioielli raccontano la Dolce vita: dalle dive da rotocalco alle modelle in passerella

in Rodrigo Pais, Sguardi sulla moda. Fotografie dagli anni Cinquanta, a cura di Guido Gambetta, Simona Segre-Reinach, Roma: Drago, 2022, pp. 137-144.