Ph. Luciano Nadalini | Hava, Cisgiordania 2002

Nel corso del 2025 grazie a un progetto sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, la Biblioteca Universitaria di Bologna ha acquisito l'Archivio fotografico internazionale Luciano Nadalini.

La mostra Periferie globali ha l'obiettivo di mettere in relazione questi ultimi materiali fotografici acquisiti con quelli già presenti nelle collezioni della biblioteca, conservati all'interno dell'Archivio fotografico Rodrigo Pais, con l'intento di creare un dialogo e relazionare due figure autoriali apparentemente distanti sia per il periodo cronologico documentato sia per i luoghi e le situazioni testimoniate.

 

I due fotoreporter

 

Rodrigo Pais (1930-2007), nato e cresciuto nel cuore di Roma a rione Monti, all'età di 16 anni entra nel mondo della fotografia come stampatore di un laboratorio fotografico cittadino e dopo qualche anno di apprendistato diventa fotoreporter per il settimanale «Vie Nuove». Nel 1954 inizia la collaborazione con i quotidiani «Paese», «Paese Sera», «l’Unità» e altri importanti quotidiani e riviste dell'epoca. Successivamente, assieme al collega fotografo Giorgio Sartarelli fonda l’agenzia Pais & Sartarelli con sede in via dei Taurini 19 a Roma, all'interno dell'edificio che ospita la redazione romana de «l’Unità»lo Stabilimento Tipografico G.A.T.E.

 

Luciano Nadalini (1950), nato a Castelfranco Emilia in provincia di Modena e attivo a Bologna dove attualmente vive, approda alla professione di fotoreporter dopo aver svolto diversi lavori. Dopo aver conseguito il diploma alle scuole serali, frequenta per un breve periodo la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo bolognese per poi passare alla vita di fabbrica in qualità di operaio. Alla fine del 1984 la sua vita cambia quando con l'obbiettivo della macchina fotografica coglie una bambola tra i rottami del convoglio Napoli-Milano squarciato durante l'attentato dinamitardo noto come la strage del Rapido 904. Da quel momento si dedica alla fotografia e dalla metà degli anni '80 diventa fotografo del quotidiano «l’Unità» e freelance per altre testate e periodici tra i quali «L’Espresso», «Panorama», «Famiglia Cristiana» e «il venerdì di Repubblica». Nel 1987 costituisce assieme al collega fotografo Gilberto Veronesi lo studio Camera Chiara. Dal 1990 al 2003 lavora per l’ufficio stampa del Comune di Bologna e per la Provincia di Bologna e gli Assessorati alle Politiche Sociali ed Industriali della Regione Emilia Romagna. Nel 2002 fonda la casa editrice Camera Chiara Edizioni.

 

Oltre a essere generazionale, il divario tra i due fotografi è anche territoriale ma vi sono alcuni tratti distintivi e ricorrenti che li accomunano nella sensibilità dello sguardo fotografico; tratti resi evidenti nelle immagini che compongono la sezione Assonanze: i due fotoreporter a confronto, proposte con l'esplicito intento di confrontare realtà diverse colte in momenti e luoghi differenti e accostate per sottolineare visivamente le analogie stilistiche. Le fotografie che invece compongono la sezione Ritratti: sguardi pesanti come pietre vogliono sottolineare la sensibilità del fotoreporter Luciano Nadalini, capace di cogliere nei ritratti di gruppo e nelle riprese in primo piano il riflesso della Storia sulla realtà umana, in termini di sofferenza individuale ma anche di lotta per la dignità. 

 

Crediti fotografici 

Tutte le immagini presenti in mostra sono trasposizioni digitali in positivo di negativi su pellicola b/n e a colori di dimensioni 60x60 mm e 24x36 mm e trasposizioni digitali di diapositive su pellicola a colori di dimensioni 24x36 mm. Entrambi i fondi da cui sono tratte le immagini fanno parte delle collezioni della Biblioteca Universitaria di Bologna.

© Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Biblioteca Universitaria di Bologna

Il progetto è sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

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