La seconda sezione della mostra virtuale è dedicata a "Pasolini cineasta". Le fotografie proposte ritraggono il pittore Corrado Cagli durante la realizzazione del bozzetto del manifesto del film «Accattone» e la prima proiezione del film a Roma, il primo giro di manovella di «Mamma Roma», la scena della deposizione di Cristo nell'episodio «La ricotta» in «Ro.Go.Pa.G.» e l'umile casetta di Assurdina Caì e Ciancicato Miao nell'episodio «La terra vista dalla luna» in «Le streghe».
Il servizio fotografico realizzato da Rodrigo Pais nel novembre del 1961 al Teatro Barberini di Roma, documenta la partecipazione di Pasolini alla prima proiezione del film «Accattone» accompagnato da Laura Betti e Sergio Citti. Il fotografo, nell'estate che precede l'uscita nelle sale del film, ritrae il pittore Corrado Cagli nel suo studio mentre realizza i bozzetti per il manifesto promozionale.
Nell’aprile del '62 Pais entra assieme alla troupe cinematografica nel cortile del grande palazzo popolare dei Ferrovieri, in Piazza Tommaso De Cristoforis nel quartiere Tiburtino, e documenta con una ventina di scatti il primo giorno di riprese di «Mamma Roma». Nelle immagini sono ritratti Anna Magnani, Pier Paolo Pasolini, Ettore Garofolo, Franco Citti e Carlo Di Carlo.
Nell'ottobre del 1962 Pais si trova sul set dell'episodio «La ricotta» e documenta la preparazione della scena della deposizione dalla croce.
Infine cinque fotografie che ritraggono Silvana Mangano sul set di «La terra vista dalla luna» mentre interpreta il personaggio di Assurdina Caì e due immagini della sceneggiatura a fumetti (disegni conservati presso il Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze) realizzata da Pier Paolo Pasolini e fotografata nell'aprile del 1967 da Rodrigo Pais in occasione della morte di Totò.
"E Pasolini, nelle foto di Rodrigo Pais dedicate al mondo del cinema, ovviamente non poteva mancare. Ci sono almeno tre Pasolini, tutti diversi da quello celebrato dall’iconografia ufficiale.
C’è quello plumbeo che è costretto a subire un assurdo processo per oscenità e vilipendio della religione per via della Ricotta, che confabula e cerca di capire, accompagnato dall’amico Moravia, il quale documenterà in parallelo il dibattimento sulle pagine dell’«Espresso», mettendo in luce l’assurdo rito che condannava un’opera dell’ingegno creativo di un grande artista (peraltro, un’opera profondamente religiosa) come si trattasse di una discussione tra amici in un salotto borghese.
Poi c’è il Pasolini che sovrintende i lavori di Mamma Roma, sovrastato dall’imponenza estrosa di Anna Magnani e circondato di una vera e propria folla di borgatari, simpaticissime “facce da schiaffi”, tenute ancora una volta a freno dai fratelli Citti nel ruolo dei domatori di leoni. È un Pasolini che sta appena prendendo le misure al cinema e al nuovo statuto divistico, ancora troppo magro dentro una umile giacca pesante, dalla quale traspaiono fogli di appunti e quella goffaggine un po’ stropicciata tipica dell’intellettuale abituato a vivere fra i suoi studi e progetti. Ma è ancora parente strettissimo di quello timido e periferico, che a malapena compare alla prima di Accattone, tra una magnifica Laura Betti impellicciata e un magrissimo e tenerissimo Sergio Citti, per l’occasione avvolto da un perfetto smoking degno di Alain Delon [...].
È un Pasolini che sembra lontano anni luce dal personaggio mediatico che diventerà a partire dalla seconda metà degli anni sessanta. L’uomo scavato e sicuro di sé, fasciato da abiti all’ultima moda e spesso in posa, quasi che tutto il discorso sull’omologazione, le lucciole e i capelloni partisse dalla consapevolezza di aver incarnato lo spirito di questa “mutazione antropologica” e di esserne stato modificato, fisicamente, in profondità".
Giacomo Manzoli, Un alieno sul set. Lo sguardo di Rodrigo Pais sul cinema italiano. In Pais del cinema. Gli anni d'oro del cinema italiano nel racconto per immagini di un grande fotografo, a cura di Guido Gambetta e Salvatore Mirabella, Ceub: Bologna, 2014.