CICERO, MARCUS TULLIUS, Orationes
Ms. membranaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2234
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna
Cuoio di capra marrone su assi smussate ai contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorato a secco e in oro. Fasci di filetti concentrici collegati agli angoli. Cornici caratterizzate da serpentine perlate, occhi di dado, crocette. Cordami negli angoli interni dello specchio. Cartella poligonale provista di cartiglio circolare centrale costituito da serpentine, barrette e occhi di dado. Gli estremi dorati dell’opera in testa al piatto posteriore. Filetti incrociati negli scompartimenti del dorso. Due fermagli (quattro in origine), capitelli, indorsatura, rimbocchi e carte di guardia rinnovati. Cucitura su sei nervi rilevati. Labbri piani e muti. Tagli dorati incisi provvisti di fregi fitomorfi entro sfondo losangato. Stato di conservazione: mediocre - discreto. Spellature al materiale di copertura originale, rinnovato specie lungo il dorso con inserti di corame. Cerniera indebolita al piatto anteriore.
L’impianto ornamentale caratterizzato da due rettangoli collegati, le serpentine, le crocette, il poligono, la scritta dorata al piatto posteriore, i supporti lignei e le note manoscritte inducono ad assegnare la legatura alla seconda metà del XV secolo eseguita in Toscana, a Firenze in particolare. In evidenza, i tagli dorati incisi e il testo.
Il volume costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, come attesta il timbro rosso della Bibliothèque nationale, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone. Volume acquistato l’11 gennaio 1532 a Venezia da frate Pellegrino bolognese.
LIVIUS, TITUS, De bello macedonico
Ms. membranaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2245
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna
Cuoio di capra rosso su assi smussate ai contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorato a secco e in oro. Fasci di filetti concentrici collegati agli angoli. Cornici caratterizzate da serpentine perlate, occhi di dado, crocette. Cordami negli angoli interni dello specchio. Cartella ottagonale provvista di cartiglio circolare centrale e polilobato, provvisti di barrette diritte, curve e occhi di dado. Il nome dell’autore e il titolo dell’opera in testa al piatto posteriore. Quattro filetti incrociati e rosette negli scompartimenti del dorso. Tracce di quattro fermagli. Dorso munito di quattro salienze. Capitelli assenti. Indorsatura, rimbocchi e carte di guardia rinnovati. Labbri piani e muti. Tagli dorati incisi provvisti di fregi fitomorfi entro sfondo losangato. Stato di conservazione: mediocre - discreto. Spellature al materiale di copertura originale, rinnovato lungo il dorso. Volume restaurato.
L’impianto ornamentale caratterizzato da due rettangoli collegati, le serpentine, la cartella circolare, la scritta dorata al piatto posteriore, i supporti lignei e le note manoscritte inducono ad assegnare la legatura alla seconda metà del XV secolo eseguita in Toscana, verosimilmente a Firenze. In evidenza i tagli dorati incisi e il testo.
Il volume costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, come attesta il timbro rosso della Bibliothèque nationale, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone.
DOMENCI DOMENICO, Sermones de sanctis
Ms. membranaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2429
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna
Cuoio di capra bruno su assi lignee smussate ai contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorato a secco e in oro. Filetti concentrici. Cornice caratterizzata da archi e barrette cordonate diritte e ricurve incrociati. Due cartelle polilobate provviste di nodi disposte verticalmente nello specchio. Il titolo dell’opera in caratteri capitali al piatto posteriore. Scompartimenti del dorso riquadrati, ornati con quattro filetti incrociati e altrettante rosette. Capitelli assenti. Rimbocchi e indorsatura rinnovati. Cucitura non osservabile. Carte di guardia aggiunte e coeve. Labbri muti. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre. Lacerti in corame dei piatti residui. Volume restaurato, anche con l’integrazione di ornamento.
L’ornamento della cornice induce ad assegnare la legatura pubblicata alla seconda metà del XV secolo eseguita a Napoli. In evidenza, i supporti lignei smussati ai contropiatti congiuntamente al titolo dell’opera al piatto posteriore conformemente alle consuetudini del periodo, i tagli rustici e l’incipit.
Il volume costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, come attesta il timbro rosso della Bibliothèque nationale, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone.