STATIUS, PUBLIUS PAPINIUS, Achilleis
Ms. membranaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2627
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna

Cuoio di capra bruno su assi lignee decorato a secco e in oro. Fasci di filetti concentrici collegati agli angoli. Coppia di cornici caratterizzate da motivi fitomorfi, barrette tratteggiate diritte, curve, occhi di dado e serpentine. Seminato di losanghe dai lati concavi nello specchio; il cognome dell’autore in testa al piatto posteriore. Fermagli rinnovati. Motivi stilizzati negli scompartimenti del dorso. Motivo stilizzato negli scompartimenti del dorso. Capitelli, cucitura, indorsatura, rimbocchi e carte di guardia rinnovati. Labbri muti. Tagli rustici, estremi dell’opera manoscritti lungo la gola. Stato di conservazione: mediocre. Spellature al materiale di copertura originale, scomparso lungo il dorso. Volume restaurato.

L’impianto ornamentale, costituito dai due rettangoli collegati lateralmente, la cornice esterna e le note manoscritte propongono di assegnare la legatura alla seconda metà del XV secolo, verosimilmente eseguita in Toscana. In evidenza il cognome dell’autore al piatto posteriore e al taglio di gola a testimoniare la collocazione del volume a piatto nella teca e il testo.

Il volume costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, come attesta il timbro rosso della Bibliothèque nationale, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone.

 

 

CICERO, MARCUS TULLIUS, Opera philosophica
Ms. membranaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2228
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna

Cuoio di capra bruno su assi lignee smussate ai contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorato a secco e in oro. Filetti concentrici. Cornice caratterizzata da anelli intrecciati, occhi di dado, cordami costituiti da barrette diritti e ricurve e cerchielli, motivi ripresi nella cartella circolare affiancata da archi. Il titolo dell’opera in testa al piatto posteriore. Quattro fermagli rifatti. Dorso munito di quattro salienze; due coppie di filetti incrociati e quattro rosette negli scompartimenti. Capitelli assenti. Indorsatura, rimbocchi, carte di guardia bianche rinnovati. Labbri muti. Tagli dorati incisi ornati con rosette entro sfondo losangato filigranato. Stato di conservazione: mediocre - discreto. Spellature al materiale di copertura originale, scomparso lungo il dorso. Volume restaurato.

L’impianto ornamentale caratterizzato da due rettangoli collegati alle estremità, i fregi, i supporti lignei smussati ai contropiatti e le note manoscritte inducono ad assegnare la legatura alla seconda metà del XV secolo, eseguita nell’Italia centrale, a Firenze in particolare considerati gli anelli incrociati. In evidenza il titolo dell’opera dorato, i tagli dorati incisi e il testo anche miniato, l’acquisto del manufatto ad opera di frate Pellegrino da Bologna l’11 marzo 1532 a Venezia.

Il volume costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, come attesta il timbro rosso della Bibliothèque nationale, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone.

 

 

CICERO, MARCUS TULLIUS, Epistolae ad Brutum, ad Q. Fraterm, ad Atticum, ad P. Lentulum
Ms. membranaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2229
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna

Cuoio di capra bruno su assi lignee smussate ai contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorato a secco e in oro. Coppia di cornici concentriche caratterizzate da barrette cordonate diritte, curve, cerchielli, motivi ripresi negli angoli interni dello specchio sormontati da arco e nel poligono centrale entro sfondo circolare. Il cognome dell’autore e il titolo dell’opera dorati in testa al quadrante inferiore. Tracce di quattro fermagli costituiti dai lacerti di altrettante bindelle in tessuto verde inseriti sotto il corame, assicurati a mezzo di chiodi in ottone dalla testa a stella al piatti anteriore e dall’impronta di due coppie di contrograffe latamente circolari dal margine arcuato ancorate con chiodi a quello posteriore. Coppia di filetti incrociati e quattro rosette negli scompartimenti del dorso. Capitelli assenti. Cucitura e indorsatura rinnovati. Labbri muti. Rimbocchi rifilati senza particolare cura. Carte di guardia membranacee. Tagli dorati incisi provvisti di motivi fitomorfi entro sfondo losangato. Stato di conservazione: mediocre. Diffuse spellature al materiale di copertura originale, scomparso lungo il dorso. Volume restaurato.  

L’impianto ornamentale caratterizzato da due rettangoli collegati, il poligono, la scritta dorata al piatto posteriore, i supporti lignei e le note manoscritte inducono ad assegnare la legatura all'ultimo quarto del XV secolo, eseguita in Toscana. In evidenza i fermagli, i tagli dorati incisi, i rimbocchi approssimativamente rifilati e il testo anche miniato.

Il volume costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, come attesta il timbro rosso della Bibliothèque nationale, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone. Volume acquistato l’11 gennaio 1532 a Venezia da frate Pellegrino bolognese.