MAIORANIS, FRANCISCUS DE, Quadragesimale
Venezia, Bernardino Rizzo da Novara, 1491
IGI 6313 CISTC im00092000
BUB, A.V.KK.VIII.9
Provenienza: Ulisse Aldrovandi

Cuoio marrone su assi lignee decorato a secco. Filetti concentrici. Coppia di cornici caratterizzate da rosette e campanule; nello specchio, ampia losanga centrale dalle rosette alternate ai fogliami mossi provvista al centro dell’iscrizione fiammata «yhs» in caratteri gotici entro minute stelle, nodi su base quadrangolare e palmette. Due fasci di filetti incrociati negli scompartimenti del dorso. Capitelli, cucitura, indorsatura, rimbocchi e carte di guardia (parzialmente) rinnovati. Tagli rustici; al piede il titolo dell’opera e l’autore manoscritti. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura originale scomparso lungo il dorso. Restauro della Legatoria artistica di Rolando Gozzi, Modena. 

I fregi e le note tipografiche propongono di assegnare la legatura all’ultimo quarto del XV secolo, verosimilmente eseguita a Venezia dal legatore di Euclide di Sopron che, inedita, si aggiunge ad un ristretto insieme di sei, collegate con le casate veneziane dei Trevisan e Lando, riferibile a un legatore/libraio di notevole inventiva, capace di immaginare dei lavori elaborati per clienti particolari, attento alle innovazioni stilistiche in voga nel Veneto. Un imprenditore che commissiona o importa dei manoscritti in greco da Creta per legarli e venderli ai clienti. La placchetta compare in un volume che riveste il testo Biblia latina, 3 vol., Venezia, Franciscus Renner, Augsburg, 1483, Augsburg, Staats- und Stadtbibliothek 2° Ink. 523, non è tuttavia riconducibile a questo bibliopega dato che non evidenzia alcun altro ferro in comune con le legature evocate. In evidenza i tagli rustici e l’incipit.

Volume appartenuto a Ulisse Aldrovandi.

 

 

De viris illustribus
Ms. membranaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2789
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna 

Cuoio di capra bruno su assi lignee smussate ai contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorato a secco. Due fasci di filetti concentrici collegati agli angoli. Coppia di cornici caratterizzate da occhi di dado, anche a mazzi circolari, barrette cordonate diritte e ricurve. Coppia di filetti incrociati negli scompartimenti del dorso. Due fermagli, capitelli, cucitura, indorsatura, rimbocchi, carte di guardia rinnovati. Tagli rustici. Stato di conservazione: discreto. Materiale di copertura parzialmente scomparso lungo il dorso. Volume restaurato.

L’impianto ornamentale non riconducibile a caratteristici stilemi centro-meridionali, i motivi, i supporti lignei smussati ai contropiatti, l’aggancio al piatto posteriore e le note manoscritte inducono ad assegnare la legatura all’ultimo quarto del XV secolo, verosimilmente eseguita nell’Italia settentrionale. In evidenza i tagli rustici, l’incipit e la lettera miniata. 

Il volume costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, come attesta il timbro rosso della Bibliothèque nationale, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone.

 

 

Beatissimi Hieronimi presbyteri in Xistum Pytagoricum. Enchiridion
Ms. membranaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2738
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna

Cuoio di capra bruno su assi lignee smussate ai contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorato a secco. Filetti concentrici parzialmente collegati agli angoli. Cornice interna caratterizzata da losanghe entro nastri incrociati. Motivo triangolare costituito da barrette cordonate diritte, ricurve e occhi di dado, motivi ripresi nel poligono centrale. Due coppie di filetti incrociati e quattro occhi di dado negli scompartimenti del dorso. Capitelli assenti. Due fermagli, cucitura, indorsatura e rimbocchi rinnovati. Labbri muti. Carte di guardia bianche rinnovate e membranacee. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre. Spellature al materiale di copertura originale, scomparso lungo il dorso. Volume restaurato.

I fregi, i supporti lignei smussati ai contropiatti e le note manoscritte inducono ad assegnare la legatura all’ultimo quarto del XV secolo, verosimilmente eseguita in nell'Italia centrale. In evidenza la qualità del materiale di copertura, le assi lignee smussate ai contropiatti, i nervi un tempo fissati con due chiodi in ferro come evidenzia la tonalità bruna alle estremità, i tagli rustici e l’incipit miniato.

Il volume costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, come attesta il timbro rosso della Bibliothèque nationale, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone.