OVIDIUS NASO, PUBLIUS, Fastorum libri sex et Tristium libri quinque
Ms. cartaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2527
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna

Cuoio di capra marrone su assi lignee smussate ai contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorato a secco e in oro. Tre fasci di filetti concentrici bruniti. Cornice caratterizzata da barrette diritte, ricurve e da occhi di dado, motivi ripresi nel nodo centrale e nella coppia di pendagli nello specchio. In testa al piatto posteriore, il nome dell’autore e il titolo dell’opera. Tracce di quattro borchie lanceolate e di umbone. Coppia di fermagli, capitelli, cucitura, indorsatura, rimbocchi, carte di guardia (parzialmente) rinnovati. Labbri muti. Tagli dorati incisi. Stato di conservazione: mediocre. Spellature al materiale di copertura originale, scomparso lungo il dorso. Volume restaurato.

Se i motivi non forniscono spunti particolari, l’impianto ornamentale, la nota di acquisto ad opera di frate Pellegrino in Venezia l’11 gennaio 1532 e le note manoscritte propongono di assegnare la legatura all'ultimo quarto del XV secolo, eseguita nell’Italia settentrionale. In evidenza i supporti lignei smussati congiuntamente al nome dell’autore e al titolo dell’opera nella porzione superiore del piatto posteriore conformemente alle usanze del tempo, i tagli dorati incisi, l’incipit. Il volume costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, come attesta il timbro rosso della Bibliothèque nationale, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone.

 

 

CICERO, MARCUS TULLIUS, In Marcum Antonium Philippicae
Ms. membranaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2628
Provenienza: Bologna, S. Salvatore 

Cuoio di capra bruno su assi lignee decorato a secco e in oro. Fasci di filetti concentrici collegati agli angoli. Cornice caratterizzata da nastri grigliati e perlati a delimitare sette bande verticali provviste di fregi cuoriformi, agnelli cruciferi, rosette tetralobate, fiorami forati. Nel secondo scompartimento del dorso, il cognome dell’autore e il titolo dell’opera; coppie di filetti incrociati e quattro rosette in quelli residui. Capitelli, indorsatura, rimbocchi e carte di guardia rinnovati. Cucitura su tre nervi. Labbri muti. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre. Spellature al materiale di copertura originale, diffusamente scomparso, residuo ai piatti. Volume restaurato. 

L’impianto ornamentale a griglia di S. Lorenzo, reminiscenza transalpina caratterizzata da una o più cornici concentriche e più bande verticali in cui si ripetono uno o più ferri singolarmente impressi non casualmente riconducibile ai rapporti culturali intercorsi sin dai tempi di Valentina Visconti (1366-1408), figlia di Giangaleazzo e sposa nel 1387 di Luigi Valois, duca d’Orléans che portò in dote i diritti di successione al ducato di Milano, dei quali si varrà nel 1498 Luigi XII (1498-1515), una volta estinti la linea legittima dei Visconti, i fregi e le note manoscritte inducono ad assegnare la legatura all’ultimo quarto del XV secolo, verosimilmente eseguita in Lombardia. In evidenza i tagli rustici e l’incipit miniato. Il volume costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, come attesta il timbro rosso della Bibliothèque nationale, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone.

 

 

HENTISBERUS, GULIELMUS, De sensu composito et diviso
Venezia, Bonetus Locatellus, per Ottaviano Scoto, 27 maggio 1494
CISTC ih00057000 IGI 4618
BUB, A.V.KK.IV.3
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna

Cuoio di capra marrone su assi lignee decorato a secco e in oro. Impronte di quattro cantonali lanceolati e umbone quadrangolare dai margini arcuati. Filetti concentrici. Cornice esterna caratterizzata da cordami, mediana da nodi entro sfondo losangato ripresi sotto forma di cinque mazzi disposti verticalmente nello specchio entro foglie d’edera, interna da viticci. Il titolo dell’opera in caratteri capitali dorati nella porzione superiore del piatto posteriore. Tracce di quattro fermagli. Capitelli, nervi, indorsatura, rimbocchi e carte di guardia rinnovati. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre. Bruniture e spellature al materiale di copertura originale, scomparso lungo il dorso. Volume restaurato. 

L’originale riquadro interno a filetti spezzati (estro in linea con le produzioni rinascimentali felsinee), i motivi, i supporti lignei, le tracce di quattro coppie di fermagli e le note tipografiche propongono di assegnare la legatura alla fine del XV – inizio XVI secolo, eseguita in Italia, verosimilmente a Bologna. In evidenza il titolo dell’opera in caratteri capitali dorati al piatto posteriore secondo la costumanza nostrana in essere nelle produzioni quattrocentesche, i tagli rustici, l’incipit e la marca tipografica. Volume appartenuto al monastero di S. Salvatore in Bologna, ritenuto veneziano da T. De Marinis.