
Nella Chimica di oggi tutti gli elementi individuati e riconosciuti sono ordinati nella tavola periodica, in cui ciascun elemento è identificato da un simbolo di una o due lettere, ad esempio quello dell’oro è Au.
Questi simboli univoci e standardizzati permettono a ogni persona di riconoscere rapidamente e con sicurezza un elemento.
In maniera simile, tanto nell’alchimia tardo-antica e bizantina quanto in quella medievale e moderna, sono stati sviluppati dei sistemi di simboli per indicare elementi, composti e processi. I simboli più antichi sembrano dipendere dall’astrologia, dal momento che ogni metallo era associato ad un pianeta.
Ad esempio, il manoscritto greco BUB, Ms. 457, XXIV/1 riporta i simboli bizantini, il primo dei quali è l’oro (greco: χρυσός, chrysos) rappresentato dal sole.
La lista di simboli bizantini del manoscritto BUB, Ms. 457 XXIV/1 è in alcuni casi ripetitiva (alcune associazioni si ripetono), ridondante (la stessa sostanza può essere associata a simboli diversi) e non univoca (lo stesso simbolo può rappresentare due sostanze diverse). Oggi si cerca di evitare queste ambiguità nella descrizione di elementi, sali o molecole.
Sia i codici bizantini sia quelli latini riportano delle serie di simboli insieme ai termini a cui fanno riferimento. Questi simboli possono rappresentare un elemento puro (ad esempio l’argento), ma anche un composto (come l’allume). Nella Chimica moderna si usano simboli singoli solo per gli elementi puri, simboli che possono essere combinati per rappresentare sali e molecole.