L'antica idea di poter trasformare i metalli in oro si basava sull’utilizzo di miscele tintorie che, reagendo con la superficie dei metalli, ne cambiavano il colore. I testi antichi riportano molte ricette che descrivono come produrre queste miscele o soluzioni, dette anticamente acque divine. Nella loro composizione possiamo trovare sostanze molto diverse:
- sostanze minerali (zolfo, calce)
- sostanze vegetali (piante tintorie)
- sostanze animali (uova)
Il nome ‘acqua divina’ (ὕδωρ θεῖον – hydōr theion in greco) gioca su un’ambiguità della lingua greca, in cui ‘divino’ (theion) e ‘zolfo’ (theion) sono due termini omografi. Lo zolfo, infatti, costituiva un ingrediente fondamentale, e poteva essere introdotto anche tramite l’utilizzo delle uova.
Le ricette riportate dal papiro P.Leid.X conservato dal Rijksmuseum van Oudheden e da BUB, Ms. 105, descrivono come disciogliere lo zolfo in acqua (o altri liquidi come urina o aceto) grazie all’aggiunta di calce (CaO, calcio ossido) o sali di ammonio. In questo modo si formano dei polisolfuri, di un colore dal giallo-arancione al rosso. Quando una moneta d’argento è immersa nell’acqua divina, lo zolfo reagisce con l’argento formando un sottile strato di solfuro sulla sua superficie.
Il solfuro d’argento è nero. Il colore dorato della moneta dipende da un effetto fisico di riflessione e interferenza della luce, detto interferenza di strato sottile. Infatti, il colore appare dorato solo se lo strato di solfuro è molto sottile. Altrimenti la moneta appare di colore bronzeo o blu, oppure nero, se la luce viene completamente assorbita.
La ricetta riportata da BUB, Ms. 457, XII/4 descrive come preparare l’acqua divina distillando delle uova. Le uova, infatti, sono ricche di amminoacidi solforati che, quando si degradano, formano due sostanze a base di zolfo (acido solfidrico, H2S e metantiolo, CH3SH), responsabili del tipico odore di zolfo delle uova marce.
Le uova vengono distillate usando un mantello riscaldante; i vapori solforosi si sollevano e vengono condensati nella colonna refrigerata ad acqua e si raccolgono come liquido nel pallone ricettorio.
Come descritto nella ricetta, il primo distillato, detto acqua piovana, è bianco, il secondo, detto olio di rafano è giallo chiaro, mentre il terzo, detto olio di ricino, è giallo scuro.
Alcune acque divine possono essere a base di piante tintorie, come la celidonia (Chelidonium major), che troviamo illustrata in Dioscoride.
Dalla pianta tintoria si estraggono i succhi colorati che sono poi usati per preparare bagni tintori o vernici.
In questo caso non ci sono reazioni chimiche con la superficie del metallo e la colorazione è facilmente cancellabile.