
1.1 - Tracce armene nella Biblioteca Universitaria di Bologna e in altre biblioteche d'Italia. Cartografia, manoscritti e libri a stampa
Partendo dalla monumentale Mappa armena del conte bolognese Luigi Ferdinando Marsili (Costantinopoli, 1691), recentemente al centro di una serie di iniziative legate alla sua conservazione e valorizzazione, il volume propone un itinerario attraverso questa e altre «meraviglie» armene custodite nella Biblioteca Universitaria di Bologna e in varie biblioteche italiane. Lo sguardo nel contempo si allarga a considerare gli stretti contatti tra il popolo armeno e l’Italia documentati dalle numerose edizioni a stampa armene che dal Cinquecento all’Ottocento hanno visto la luce nel nostro Paese.

2 - Icone di scienza. Autobiografie e ritratti di naturalisti bolognesi della prima età moderna
Il catalogo della mostra "Icone di scienza" che ripercorre la storia della scienza a Bologna nella prima età moderna attraverso le autobiografie e i ritratti dei suoi principali protagonisti. Un’eccezionale collezione di quadri alla quale si affiancano altre testimonianze non meno importanti, costituite da medaglie, sculture, monumenti lapidei, epigrafi, libri, album, manoscritti e lettere, che ci mostrano come i naturalisti bolognesi, dal Rinascimento alla fine del ’700, avessero elaborato sofisticate tecniche di autorappresentazione alle quali attribuivano grandissima importanza per migliorare o affermare l’eminenza della propria reputazione.

3 - Il patrimonio culturale della Biblioteca Universitaria di Bologna e della città allo specchio dei viaggiatori europei Esplorazioni tra la prima modernità e l'età contemporanea
Il volume qui presentato contiene gli atti della scuola estiva "Bologna come luogo del patrimonio culturale europeo. Università, biblioteca e musei in cammino verso la modernità" (Bologna, 30 agosto - 3 settembre 2021) e il catalogo della mostra "Il patrimonio culturale di Bologna allo specchio dei viaggiatori europei. Esplorazioni tra la prima modernità e l’era contemporanea" (Biblioteca Universitaria di Bologna, 22 gennaio - 18 marzo 2022). Sia per la forma che per i contenuti il volume si presenta come il risultato della feconda sinergia di un gruppo fortemente interdisciplinare di studiose e studiosi dediti allo studio del patrimonio culturale bolognese in diverse prospettive e direzioni condotto in particolare attraverso il patrimonio della Biblioteca Universitaria di Bologna.

4 - Dall'Alma mater al mondo
La mostra bibliografica "Dall’Alma Mater al mondo. Dante all’Università di Bologna" (Bologna, 25 ottobre - 17 dicembre 2021) costituisce l’omaggio dell’Ateneo bolognese al poeta, in occasione delle celebrazioni per il settimo centenario della morte. Viene documentato il rapporto fra Dante e l’Università di Bologna, già intenso durante la vita del poeta e poi rinnovato dalla ricezione trecentesca delle sue opere. La sezione più ampia è quella che illustra il molteplice contributo dei professori bolognesi agli studi danteschi, non solo nel campo della Letteratura italiana ma anche della Filologia latina e romanza, della Paleografia e della Storia medievale, con uno spazio speciale per gli studi sui rapporti fra Dante e Ravenna. Una ricca sezione presenta un numero rilevante di traduzioni dantesche ospitate nelle biblioteche dell’Università, offrendo significativi esempi della diffusione della poesia di Dante nelle lingue e nelle culture del mondo.

5 - Il fondo fotografico Olindo Guerrini alla Biblioteca Universitaria di Bologna
Figura eclettica di intellettuale e di sperimentatore curioso, Olindo Guerrini occupa un posto peculiare sulla scena culturale della Bologna a cavallo fra Otto e Novecento. Verseggiatore multiforme e pungente, caratterizzato da una verve poetica declinata in tanti registri, quanti furono i suoi numerosi alias, dedicò un’attenzione tutt’altro che episodica alle tecniche fotografiche coeve. Dalla Biblioteca Universitaria di Bologna, nella quale Olindo lavorò per molti anni e della quale fu anche direttore, lo sguardo del fotografo “dilettante” si moltiplicò seguendo molteplici strade e suggestioni: l’approdo del fondo fotografico Olindo Guerrini alla medesima Biblioteca, per tramite della fattiva generosità delle eredi e con il supporto della Fondazione Carisbo, costituisce oggi occasione propizia per avviare una mappatura che attraversi e contemperi varie discipline di ricerca, grazie ai saggi contenuti nel presente volume.

6 - Il manoscritto 1576 della Biblioteca Universitaria di Bologna e il codice Angelica 123. Indagine storica e notazioni a confronto
Tra le famiglie neumatiche utilizzate nel territorio italiano lungo il secolo XI, la cosiddetta notazione bolognese, di cui lo straordinario manoscritto 123 della Biblioteca Angelica di Roma è il maggior testimone, è di particolare interesse perché presenta una tipologia grafica molto caratteristica e raffinata dal punto di vista agogico e interpretativo. Una notazione decisamente affine a quella del codice dell’Angelica è contenuta nel passionario-breviario 1576 della Biblioteca Universitaria di Bologna, il cui esame approfondito si è reso necessario per rispondere ad alcune problematiche, prima tra tutte la questione se i due citati manoscritti possano essere ritenuti o meno testimoni coevi appartenenti a istituzioni con analoghe sensibilità e formazione musicale. Lo studio paleografico-musicale del manoscritto 1576, indagine che accoglie anche gli aspetti liturgici e agiografici, permette di fornire elementi utili a sciogliere i suddetti interrogativi, contribuendo così alla comprensione dell’evoluzione e della diffusione di questo tipo di grafia musicale in relazione al contesto sociale e culturale in cui i due codici vennero prodotti.

9 - Nicolò di Giacomo. Un "breviario" giovanile tra Bologna e Firenze: storia, tipologia liturgica, funzione e decorazione del manoscritto 343 della Biblioteca Universitaria di Bologna
Tra i codici miniati appartenenti alla Biblioteca Universitaria di Bologna e parte del lascito di papa Benedetto XIV, c’è il “Breviario” manoscritto 343 proveniente dalla certosa di San Gerolamo di Bologna. Privo di studi specialistici, presenta una decorazione di XIV secolo che in questa sede si propone di attribuire al pennello di Nicolò di Giacomo, tra i più importanti artisti dalla seconda metà del Trecento che hanno monopolizzato lo scenario della miniatura entro e fuori Bologna. Attraverso uno studio accurato e interdisciplinare, che ha visto approfondite ricerche anche dei contenuti liturgico-musicali, il manoscritto è risultato un’importante aggiunta alla comprensione della rara fase giovanile dell’artista, ancora dipendente dai modi del Maestro del 1346, ma non priva di incertezze critiche sulle quali il presente intervento apporta nuovi dati e spunti di riflessione. La ricostruzione, inoltre, del contesto in cui il codice venne eseguito e la stessa sua compravendita nel 1365 all’interno delle “reti monastiche” certosine hanno permesso di ricomporre un inedito spaccato storico, comprendente il ruolo della certosa di Bologna nella fondazione di quella di San Lorenzo del Galluzzo di Firenze.