Venezia
- Legatore di Euclide di Sopron: legatore/ libraio nell'ultimo quarto del XV secolo a Venezia. Di notevole inventiva, è capace di immaginare dei lavori elaborati per clienti particolari, attento alle innovazioni stilistiche in voga nel Veneto. Si tratta di un imprenditore che commissiona o importa dei manoscritti in greco da Creta per legarli e venderli direttamente ai clienti.
- Legatore emblematico. Artigiano in attività dal 1530 al 1552 circa, così connotato in quanto in possesso di una serie di ferri figurati, è da segnalare più per il numero di opere residue che per l'originalità dei decori. Le commissioni destinate ai magistrati sono ornate con la figura della Giustizia affiancata dal leone di S. Marco, la Fortezza oppure la Vergine e il Bambino, a rappresentare la misericordia. Due dei manufatti sono provvisti di fodera, circostanza inusuale per il periodo. Almeno 23 i manufatti noti.
- Legatore veneziano dei Fugger o Venezianischer Fugger-Meister: operante nel periodo 1535 - 1561 circa, la connotazione deriva dai banchieri e bibliofili committenti di area germanica Fugger. Le legature, inizialmente eseguite sono caratterizzate da una marcata sobrietà; in una serie successiva, questo artigiano adotta lo schema a rombo intersecato da una cornice rettangolare. Nel gruppo più tardivo, in un decoro più ricco e più libero, adotta delle cornici arcuate, degli ampi riquadri muniti di arabeschi, delle cartelle centrali e, talvolta il simbolo di Cupido o della Fortuna. Almeno circa 120 legature censite.
- Legatore dalle moresche vuote o Leermauresken-Meister: operante nel periodo 1560 - 1570 circa. Sembra tuttavia che in quel periodo a Venezia più legatori operassero con analoghi ferri vuoti, che venivano usati singolarmente a raffigurare moresche in eleganti schemi con limitate varianti. 32 gli esemplari segnalati.
- Legatore dell'ovale o Oval-Meister: attivo verso il 1580, così connotato in ragione dell'ampio ovale centrale che caratterizza i lavori, talora provvisti di tagli dorati incisi riccamente ornati. 18 gli esempi accertati, anche in pergamena conciata in viola.
Bologna
- Il secondo legatore di Achille Bocchi segnalato dal 1508 (?) al 1539 circa. Dopo il 1522, Bocchi noto per la sua storia di Bologna, si rivolge, appunto, ad una seconda bottega. Si tratta di un libraio dalla intensa attività e cospicua produzione. Le cornici si differenziano per tre differenti stili, rispettivamente caratterizzati dal titolo contenuto entro la cartella in foggia di losanga costituita da fogliami bucati, viticci destinati ad inquadrare il cartiglio ottenuto a mezzo di due quadrangoli incrociati, arabeschi che delimitano il motivo centrale a doppio cerchio dal titolo interno.
- Il legatore di S. Petronio operante tra il 1522 circa e il 1551. Diversi i lavori destinati non solo a registri d'archivio ma anche a testi stampa , la bottega adotta i viticci per adornare i riquadri in foggia di losanga, talvolta provvisti del titolo al centro, più frequentemente caratterizzati da un cupido, un braciere ardente, un busto di poeta.
- Il legatore alla vignetta in attività nel periodo 1525 circa - 1545 circa. Anche libraio, provvede alla clientela italiana. Questo artigiano colloca al centro del piatto anteriore, entro una vignetta losangata costituita da foglie bucate, il titolo del volume oppure un cartiglio a quattro lobi. Tra i fregi, la Fortuna nota in 4 varianti e il busto di un filosofo.
- Il secondo legatore alla vignetta attivo tra il 1526 circa e il 1529. Produce dei manufatti secondo uno stile simile a quello del legatore alla Vignetta, tuttavia caratterizzato da motivi lievemente diversi; adotta, tra l'altro, un riquadro tetralobato e il motivo della Fortuna. 6 i lavori ad oggi accertati.
- Il primo legatore di S. Salvatore [1525 circa -1555]: nel 1533 i canonici dell'abbazia di S. Salvatore affidano i lavori della biblioteca a due legatori, il primo dei quali lega, tra l'altro, 23 manoscritti presenti in questa Biblioteca, ornati con l'utilizzo di 8 ferri tra i quali due minute stelle entro cordami e motivi cuoriformi.
- Il secondo legatore di S. Salvatore [1525 circa -1535]. È all'origine di 25 legature circa, tra cui 18 custodite in questa Istituzione. Con il primo legatore, entrambi si spartiscono equilibratamente il lavoro. Almeno 16 i ferri rilevati nelle produzioni di S. Salvatore.
- Il legatore di Pflug e Ebeleben: [1535(?)-1575]: denominazione riferibile a due cugini sassoni committenti, Damian Pflug e Nikolaus ab Ebeleben. Libraio e legatore, rappresenta la maggiore e più longeva bottega tra quelle note, dalla clientela in prevalenza tedesca. L'impianto ornamentale è prima essenziale, caratterizzato dal riquadro a secco che delimita la cartella centrale dorata.. Dal 1545 circa, lo stile registra un profondo mutamento in risposta alle richieste della clientela germanica sensibile alle impressioni con filetti intrecciati dorati.
Roma
- Paolo di Bernardino de Banchelis. Attivo dalla fine del XV secolo al 1540: cartaio, libraio, legatore almeno 26 gli esemplari censiti.
- Niccolò Franzese. Originario di Reims (Francia), è segnalato a Roma verso il 1526. Legatore vaticano dal 1556 al 1570 circa, anno della presumibile scomparsa. La produzione si snoda attraverso 3 fasi stilistiche. Inizialmente egli esegue una quarantina di legature (Canevari), caratterizzate da cornici provviste di moresche e di placchetta che raffigura Apollo e Pegaso. Successivamente, negli anni tra 1547 e il 1555 in cui spicca l'ispirazione transalpina, si affermano i nastri incrociati e le targhe quadrilobate. Dal 1556, nell'ultimo periodo, realizza dei fastosi manufatti dorati. Si conoscono almeno 170 sue legature.
- Mastro Luigi. Tra i maggiori legatori vaticani, attivo dal 1535 al 1570 circa. A partire dal 1540 lavora per il pontefice Paolo III Farnese e per i suoi parenti, il cardinale Alessandro e Ranuccio, ma anche per dignitari della corte pontificia. Intorno al 1545 realizza 40 legature circa a placchetta (Canevari), dalla semplice impostazione stilistica. Una sua particolare caratteristica riguarda la decorazione a foglia d'argento. Nell'ultimo periodo di attività, privilegia un sempre più complesso ornamento che tende a colmare l'intero campo.
- Marcantonio Guillery, attivo nell'intervallo 1540 -1565 circa. L'attività principale è quella di tipografo e libraio, marginale quella di legatore. Egli rivela un forte gusto romano, che manterrà lungo l'arco della sua produzione, databile fra il 1540 e gli anni Sessanta del secolo. Le 71 legature a placchetta (Canevari) costituiscono quasi la metà di quelle pervenute; lega non più di una trentina di volumi al di fuori della collezione Canevari di Apollo e Pegaso. Di Guillery sono note anche una decina di legature di piccolo formato (miniature bndings) pronte per la vendita (1546-1565 circa).