«Le terze rime di Dante»
Biblioteca Universitaria di Bologna, BUB Raro B.3, cc. a1v-a2r
Alighieri, Dante. Le terze rime di Dante
(Venetijs : in aedib. Aldi accuratissime, men. Aug. 1502); in ottavo; variante A
Cinquecentina.
Edizione della Commedia uscita dai torchi della stamperia di Aldo Manuzio, in un formato rivoluzionario, l’ottavo piccolo, stampato nel corsivo aldino, in carte non numerate e senza richiami. La celebre stampa è curata da Pietro Bembo, che tenta di ripristinare la fisionomia originaria del testo dantesco con grande attenzione a interpunzione, ortografia e uso dei segni diacritici.
La mise en page è caratterizzata da ampi margini e dall’assenza della lezione interpretativa. Il Commento del Landino non compare, e questa scelta segna una rottura con la tradizione che ne imponeva la presenza a fianco delle terzine di Dante. Il titolo stesso, che non sarà più ripetuto, pare sottolinearla. Prova di modernità è data dalla presenza sul verso del frontespizio del titolo esplicativo: «Lo‘Nferno e‘l Purgatorio e‘l Paradiso di Dante Alaghieri».
Sul verso dell’ultima carta compare, per la prima volta in un’opera volgare, la marca tipografica del delfino e dell’ancora.
A carta a2r lettera capitale miniata in rosso e oro e in calce fregio floreale in oro verde e rosso, al centro stemma con albero verde.
Legatura rigida in pergamena con quattro nervi passanti e labbri leggermente sporgenti; capitelli rivestiti in filo verde e rosa; sui piatti e sul dorso decorazioni impresse in oro; tagli spruzzati in rosso.
Appartenne al noto bibliofilo Walter Ashburner (1864-1936). L’opera è entrata nelle collezioni della Biblioteca Universitaria di Bologna successivamente alla vendita del patrimonio librario di Ashburner avvenuta a Lucerna, presso la Galerie Fisher, nel 1938.
«Quaestio de aqua et terra», editio princeps
Biblioteca Universitaria di Bologna, BUB Raro C.14, c. A1r
Alighieri, Dante. Questio florulenta ac perutilis de duobus elementis aquae & terrae tractans ...
(Impressum fuit Venetiis : per Manfredum de Monteferrato, 1508. sexto. Calen. Nouembris), in quarto
Cinquecentina.
Alle carte B1r, B1v e B3v illustrazioni xilografiche in cornice; alle carte A1v, A2v e A3v lettere guida; segni di paragrafo.
Legatura rigida in pergamena; sul piatto anteriore titolo, attribuzione a Dante Alighieri e data impressi in oro; sui piatti e sul dorso decorazioni impresse in oro.
Sul margine superiore di carta A1r nota di possesso manoscritta: «Ulyssis Aldrovandi et amicorum f B.3.» e lettera manoscritta: «S». La nota di possesso attesta che il volume è sicuramente appartenuto al naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1605), la cui intera collezione nel 1742 andò ad arricchire il patrimonio della Biblioteca dell’Istituto delle Scienze, nucleo originario della Biblioteca Universitaria di Bologna. La sigla alfanumerica che chiude la nota colloca l’esemplare nel terzo ambiente della libreria aldrovandiana, la «camera bura», in cui i libri erano contenuti in armadi, suddivisi per formato. La lettera «B» contrassegnava gli in-quarto. La «S» manoscritta sulla stessa carta è una postilla non verbale ricorrente nei volumi di Aldrovandi, forse abbreviazione di «signa», ovvero «nota».