Negli studi scientifici, in particolare in quelli che comportano una dimensione geografica del fenomeno indagato (ad esempio in ambito biologico o geologico), è prassi attribuire una località di riferimento ai dati raccolti; tale indicazione, però, non ha lo stesso grado di precisione nel tempo, giacché in passato i siti di raccolta o d'osservazione erano citati talvolta in modo anche generico, mentre oggi è d'uso un maggior rigore e, ovunque possibile, servirsi anche delle coordinate geografiche.

 

Per georeferenziazione di un dato s'intende l'attribuzione a quel dato di una localizzazione spaziale precisa, mediante coordinate geografiche: in altre parole, georeferenziare significa attribuire latitudine e longitudine.

 

Praticamente, si esegue prendendo a riferimento una carta geografica di dettaglio dell'area in esame (o anche strumenti digitali come Google Maps o Google Earth), cercando le località citate in riferimento ai dati in corso d'analisi e attribuendo a queste località le coordinate riportate sulla carta o sul supporto elettronico.


Se necessario, qualora la località non si possa collocare nello spazio in modo preciso, si attribuisce una tolleranza alla georeferenziazione, ossia al punto individuato dalla coppia di coordinate si abbina un'area di raggio noto, detta appunto area di tolleranza, che esprime l'incertezza del posizionamento della coppia di coordinate. La lunghezza del raggio viene scelta secondo la precisione della fonte d'origine; in generale varia da poche decine di metri ad alcuni chilometri, ma si può avere anche valori pari a zero, se l'indicazione della fonte d'origine è chiaramente rintracciabile su carta, così come tolleranze di 20-30 km in casi eccezionali (ad esempio, se un certo dato è attribuito in maniera generica alla valle del tale fiume senza indicazioni ulteriori).


Negli studi biologici, la georeferenziazione dei dati è particolarmente importante perché permette d'apprezzare la dimensione diacronica di un certo fenomeno. Ad esempio, studiando la flora, è necessario farsi un'idea dei suoi cambiamenti nel tempo: del mutare delle specie presenti, del mutare della distribuzione spaziale delle singole specie e via dicendo. La georeferenziazione dei dati attuali è ormai prassi consolidata già all'atto della raccolta stessa dei dati (cioè quando vado in campagna e studio la flora di un certo territorio); se però voglio eseguire confronti con dati pregressi, magari antichi, occorre georeferenziarli perché il confronto sia analizzabile anche da un punto di vista quantitativo.

 

La sezione Scienza & bellezza della piattaforma ArcGIS StoryMaps permette di esplorare la mappa multimediale delle specie di orchidee raccolte da Ulisse Aldrovandi: al suo interno sono georeferenziate 27 specie di orchidee, per ciascuna è presente una scheda descrittiva del campione e una serie d'immagini illustrative.