Discendenti di famiglie di conversos o “marrani” (ebrei convertiti al cristianesimo per non venire scacciati dal Portogallo, ma spesso praticanti l’ebraismo di nascosto) e stabilitisi a Ferrara, il tipografo Duarte Pinel (il cui nome ebraico era Yom-Tov Attias) e il traduttore Jerónimo de Vargas (il cui nome ebraico era Avraham Usque) pubblicarono nel 1553, «con privilegio» del duca Ercole II d’Este, questa Bibbia – detta “di Ferrara” – tradotta in lingua giudeo-spagnola (o judezmo). L’edizione fu duplice: una sotto i loro nomi cristiani, rivolta ai lettori cristiani e dedicata al duca, e una sotto i loro nomi ebraici, destinata agli ebrei sefarditi (discendenti di quelli cacciati dalla Spagna nel 1492 e dal Portogallo nel 1497) e dedicata alla ricchissima e influente commerciante e filantropa “marrana” Doña Gracia Mendes Nasi, che a Ferrara si era allora stabilita, che ivi era ritornata a professare pubblicamente l’ebraismo, e che con ogni verosimiglianza di questa Bibbia finanziò la pubblicazione.