La Divina commedia di Dante Allighieri. Roma, Tip. liturgica di S. Giovanni Desclée, Lefebvre, 1894La seconda sezione della mostra online è dedicata alle rappresentazioni dei tre regni - Inferno, Purgatorio e Paradiso - inserite nelle edizioni moderne della Divina Commedia che la BUB possiede.

A partire dalle fine del Quattrocento vari furono i tentativi di tracciare la topografia e stabilire le dimensioni dei luoghi dell'aldilà rappresentati da Dante. 

Nell'ultimo capitolo del proemio al commento alla Commedia (1481), Cristoforo Landino riporta che l'umanista e matematico Antonio di Tuccio Manetti aveva compiuto numerosi calcoli sulle dimensioni fisiche dei luoghi della Commedia, che furono poi utilizzate da altri commentatori. Le posizioni di Manetti erano state poi contestate da Alessandro Vellutello, letterato lucchese attivo a Venezia nella prima metà del Cinquecento.

Nel 1588, il giovane Galileo Galilei tenne due lezioni all’Accademia Fiorentina sulla figura, il sito e le dimensioni dell’Inferno dantesco. Lo scopo era quello di confrontare le due tesi sull'Inferno (quella del Manetti e quella del Vellutello), identiche per quello che riguardava l'aspetto generale dell’Inferno, ma molto diverse per le dimensioni. Galilei sposò sostanzialmente l'ipotesi di Manetti.

L’interesse per le questioni di mappatura, forma e misure dell'Inferno (ma non solo) continuò anche nei secoli a venire, come confermato dalle mappe e dai prospetti presenti in molte delle edizioni della Divina Commedia oggetto della mostra virtuale.

 

La Commedia e il sistema tolemaico: il cosmo immaginato da Dante

La visione del cosmo di Dante si basava sul sistema tolemaico, arricchita di elementi dell'aristotelismo medievale.

La Terra era considerata un globo immobile situato nel cielo sublunare. Oltre la sfera del fuoco ruotavano nove cieli. I primi sette coincidevano con quelli del sistema tolemaico (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno). L’ottavo era il cielo stellato o delle Stelle fisse (Zodiaco). Il nono era il Cielo cristallino o Primo mobile. Questi nove cieli erano racchiusi dentro la sfera dell’Empireo, detto anche cielo immobile o quieto, sede di Dio e dei beati.

Nelle immagini dalla 1 alla 4, alcune rappresentazioni della visione del cosmo di Dante.

Dante pensava che la Terra fosse originariamente divisa in due emisferi: l'emisfero boreale, formato solo di terra, con a nord Gerusalemme, e l'emisfero australe completamente coperto d'acqua. Quando Lucifero si ribellò a Dio, precipitò dall’Empireo e cadde sulla Terra. Una massa di terra, inorridita dal contatto con Lucifero, si inabissò ed emerse dalla parte opposta, dando origine alla montagna del purgatorio. Nella terra si creò un'enorme voragine a forma di imbuto, l'inferno, nella cui parte più profonda rimase conficcato Lucifero (Inf. XXXIV).

La formazione dell'inferno come effetto della ribellione di Lucifero al Creatore è stata una delle più grandi invenzioni del poeta fiorentino.

 

Il viaggio di Dante nell'oltretomba: l'Inferno

Sulla base di riferimenti biblici, storici e biografici, i commentatori sia antichi che moderni concordano che il viaggio immaginario di Dante nell'oltretomba avvenne nell'anno 1300. Alcuni sostengono dal venerdì santo, 8 aprile 1300, fino al giovedì dopo Pasqua, 14 aprile. Altri invece ante datano il viaggio e lo collocano nell'intervallo di tempo tra il 25 marzo e il 1 aprile.

Dante, che si era perso nella selva durante la notte tra il giovedì e il venerdì santo, inizia la salita del colle la mattina del venerdì santo, ma viene spaventato dalle tre fiere e incontra Virgilio. Al tramonto della stessa giornata inizia il viaggio all'inferno, guidato dal poeta latino, allegoria della ragione. 

Superato l'Antinferno, dove sono puniti gli ignavi, e il Limbo (I cerchio), dove sono le anime di coloro che non ricevettero il battesimo, Dante e Virgilio entrano nell'inferno vero e proprio, che è strutturato in quattro sezioni. Nell'alto inferno sono puniti gli incontinenti, coloro che non seppero contenere nella giusta misura le proprie passioni. Nel II cerchio Dante incontra i lussuriosi, nel III i golosi, nel IV gli avari e i prodighi, nel V gli iracondi e gli accidiosi. Nel VI cerchio vi sono gli eretici racchiusi dentro le mura roventi della città di Dite. Nel basso inferno Dante incontra i violenti. Vi sono tre forme di violenza e perciò il VII cerchio è diviso in tre gironi: quello dei violenti contro il prossimo, quello dei violenti contro se stessi e quello dei violenti contro Dio. 

Nella terza sezione sono puniti i fraudolenti, cioè coloro che in vita nocquero al prossimo. Siccome si può nuocere agli altri in vari modi, l’VIII cerchio è ripartito in dieci bolge, in cui i dannati sono punti diversamente a seconda della gravità della colpa. Nella I bolgia Dante incontra i seduttori, nella II gli adulatori, nella III i simoniaci, nella IV gli indovini, nella V i barattieri, nella VI gli ipocriti, nella VII i ladri, nell'VIII i cattivi consiglieri, nella IX i seminatori di discordia e nella X i falsari. 

Nella parte più profonda dell'inferno, immersi nel ghiaccio, sono puniti i traditori e, siccome si possono tradire i parenti, la patria, gli amici e i propri familiari, il IX cerchio è ripartito in quattro zone. Nella Caina Dante incontra i traditori dei parenti, immersi nel ghiaccio fino alle spalle. Nell'Antenora i traditori della patria, immersi nel ghiaccio fino al mento. Nella Tolomea i traditori degli amici, supini sotto il ghiaccio e con il volto rivolto verso l'alto. Nella Giudecca i traditori dei benefattori, completamente immersi nel ghiaccio.

La sera del sabato Dante arriva al fondo di Cocito, la parte più profonda dell'inferno, dove risiede Lucifero, "lo imperador del doloroso regno"

Nelle immagini dalla 5 alla 9 due spaccati o prospetti dell'inferno, una mappa del cammino di Dante e Virgilio dall'antinferno al Cocito e le rappresentazioni dell'inferno di Nardo di Cione e Sandro Botticelli.

 

La montagna del Purgatorio

I due poeti si aggrappano ai peli di Lucifero e scendono lungo il suo corpo gigantesco fino alla "natural burella", una specie di stretto canale che dal centro della terra porta alla montagna del purgatorio. All'alba della domenica di Pasqua, Dante e Virgilio, escono dall'inferno e arrivano sulla spiaggia del purgatorio, descritta come una montagna che svetta sull'oceano. La salita è faticosa e dura tre giorni e tre notti.

Il secondo regno comprende, infatti, l'antipurgatorio (dove stazionano le anime che devono attendere un certo tempo prima di accedere alle Cornici) sette Cornici in cui si scontano i peccati capitali. Nella I Cornice Dante incontra i superbi, nella II gli invidiosi, nella III gli iracondi, nella IV gli accidiosi, nella V gli avari e i prodighi, nella VI i golosi, nella VII i lussuriosi.

Dante e Virgilio arrivano sulla cima, dove si trova il Paradiso terrestre, all'alba del quarto giorno (mercoledì). Virgilio ha terminato il suo compito e scompare. 

Nelle immagini dalla 10 alla 12 i prospetti della montagna del purgatorio.

 

Il Paradiso

Alle soglie del paradiso, Dante deve lasciare Virgilio e seguire Beatrice, allegoria della Grazia senza la quale l’uomo non può ascendere al cielo. A mezzogiorno del quarto giorno, Dante e Beatrice salgono in cielo. Dante sale di cielo in cielo fino alla visione beatificante di Dio. 

Dante ascende nove Cieli (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, delle Stelle Fisse, del Primo Mobile), ciascuno governato da un'intelligenza angelica. I primi otto sono associati a un influsso celeste e a una particolare schiera di beati (eccetto l'ottavo): I cielo-Luna gli spiriti mancanti ai voti, II cielo-Mercurio spiriti attivi per la gloria, III cielo-Venere spiriti amanti, IV cielo-Sole spiriti sapienti, V cielo-Marte spiriti combattenti per fede, VI cielo-Giove spiriti giusti, VII cielo-Saturno spiriti contemplanti, VIII cielo-Stelle fisse trionfo di Maria e Giuseppe, IX cielo-Primo mobile trionfo degli angeli. Il X cielo è l'Empireo, sede di Dio, degli angeli, dei beati.

In paradiso non vi sono più indicazioni temporali precise. Questa ultima parte di cammino terminerebbe il giovedì dopo Pasqua.

L'immagine 4 mostra la posizione dei pianeti nelle sfere celesti il giorno 14 aprile, giovedì dopo Pasqua. Le immagini dalla 13 alle 15 mostrano la localizzazione del paradiso rispetto al cosmo, il prospetto e come l'Amore Divino si irradia nel paradiso.