Collocazione: A.M.EE.VII.8
Descrizione bibliografica
Chiesa cattolica, Breviarium romanum…., Antverpiae : Ex officina Christophori Plantini, 1575, 405x262x101 mm..
Descrizione della legatura
Cuoio di capra marrone su quadranti in cartone decorato a secco e in oro. Filetti concentrici. Coppia di cornici caratterizzate da quattro corolle stilizzate addossate e coppie di fogliami affrontati, cerchielli pieni, serpentine mute. Ampia cartella costituita da fregi fitomorfi archi e fregio ad elica centrale. Fregio pieno di gusto aldino negli angoli interni dello specchio. Capitelli, indorsatura e rimbocchi rinnovati. Cucitura su cinque nervi rilevati. Carte di guardia bianche restaurate e coeve. Tagli dorati. Stato di conservazione: mediocre. Spellature al materiale di copertura, restaurato al dorso.
Legatore
Pflug & Ebeleben, legatore di (1535?-1570, Bologna)
Commento alla legatura
Alcuni fregi e le note tipografiche inducono ad assegnare la legatura alla seconda metà del XVI secolo, verosimilmente eseguita a Bologna dal legatore di Pflug & Ebeleben.
Questo significativo opificio, senza dubbio riferibile a un libraio anche legatore, fu il più importante atelier impegnato nella realizzazione di legature artistiche a Bologna nel Cinquecento ed uno di quelli che operò più a lungo. Esso fu probabilmente attivo tra il 1530 e il 1570. Alcune indicazioni fanno supporre che esso subentrò alla bottega del legatore degli studenti tedeschi; certamente ebbe la maggior parte dei propri clienti fra gli studenti tedeschi. Trasse la propria denominazione da due cugini, rampolli di nobili famiglie sassoni, che compirono gli studi a Bologna verso il 1540, Damian Pflug e Nikolaus ab Ebeleben. Entrambi fecero imprimere sulle coperte dei loro libri, il proprio nome, la data ed il luogo della legatura.
È noto che Pflug tra il 1543 ed il 1545 fece realizzare a Bologna 7 legature, mentre 35 furono approntate per Ebeleben tra il 1543 e 1548. Altri clienti tedeschi furono il conte Heinrich zu Castell e Georg Zollner in Brandt. Queste legature seguivano l’uso consueto a Bologna, di aver soltanto il centro dei piatti impresso in oro entro un riquadro decorato secco.
Lo stile della bottega conobbe un radicale mutamento negli anni Quaranta, evidentemente in risposta alle richieste della clientela tedesca. Pflug ed Ebeleben visitarono Parigi, città in cui fecero legare alcuni libri, prima di giungere in Italia. Le loro legature bolognesi seguirono la moda delle legature parigine a nastri intrecciati, genere che fu ripreso in Germania, anche dal legatore rinascimentale sassone Jakob Weidlich; secondo alcuni studiosi tuttavia, questo stile era già diffuso in Italia verso il 1540. Verso la metà del secolo, compaiono decori, essenziali ed arricchiti su libretti devozionali. In evidenza i tagli dorati.
Volume donato da Ferdinando Sampieri.