Collocazione: RARO B.15

Descrizione bibliografica

Serafino : Aquilano, Seraphino. Opere dello elegantissimo poeta Seraphino Aquilano con molte cose aggionte di nouo. Sonetti 165. Egloghe 3. Epistole 7. Capitoli 20. Disperate 3. Stambotti 27. Barzelette 19, (Stampato in Vinegia : per Francesco di Alessandro Bindoni, & Mapheo Pasini compagni, 1534, del mese di Dicembre), 159x106x21 mm.

Descrizione della legatura

Cuoio di vitello avoriato su quadranti in cartone decorato in oro. Cornice costituita da fascio di filetti a delimitare l’ornamento di gusto orientaleggiante realizzato a placca; al centro Cupido bendato su di una sfera tra due coppie di frecce incrociate. Tracce di quattro coppie di lacci. Capitelli in canapa. Cucitura su tre nervi in pelle allumata alternati a quattro apparenti. Indorsatura realizzata tramite alette orizzontali membranacee. Labbri muti. Rimbocchi rifilati senza particolare cura. Carte di guardia bianche. Tagli dorati incisi; al piede l’iscrizione manoscritta riferibile al titolo dell’opera. Stato di conservazione: mediocre - discreto. Bruniture e spellature al materiale di copertura, queste ultime specie lungo il dorso. Angoli Incurvati.

Commento alla legatura

Il genere di placca, la bibliografia e le note tipografiche propongono di assegnare la legatura alla metà (?) del XVI secolo, eseguita a Bologna.

Numerose piastre ad arabeschi furono utilizzate dai legatori bolognesi dal secondo quarto del Cinquecento in poi, in oro su pelle di capra marrone conciata o meno frequentemente, su capretto. Lo scopo era quello di produrre un ricco effetto ornamentale, evitando così l’elevato numero di ripetute impressioni. Sembra siano state ottenute tramite fusione e non incisione: esemplari identici potevano quindi essere in possesso di botteghe diverse. Una prima placca in due parti fu prevalentemente utilizzata dalla bottega di Pflug e Ebeleben, una seconda, sempre in due pezzi, fu impiegata sulle legature eseguite per il bibliofilo Marcantonio Totila, mentre di una terza esistono più copie, circolò da una bottega all’altra,

In evidenza i nervi alternati a quelli apparenti in uso nelle produzioni rinascimentali nostrane, i tagli dorati incisi e il frontespizio illustrato. Volume appartenuto a Bartolomeo Beccari (1682-1776) come indica la scritta riferibile al bibliotecario Lodovico Montefani Caprara.