Collocazione: A.V.N.III.33

Descrizione bibliografica

Euripide (0480-0406 av. J.-C.), cum scholiis, versione latina, variis lectionibus, Valckenari notis integris, ac selectis aliorum vv. dd., quibus suas adjunxit Frans. Hen. Egerton, Oxonii : e typographeo Clarendoniano, 1796 , 305x237x44 mm.

Descrizione della legatura

Cuoio blu a grana lunga su quadranti in cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata da fogliami muti stilizzati affiancati da due cerchielli su sfondo puntinato; fregi fitomorfi, nastri spezzati continui e filigranati negli angoli. Specchio muto. Scompartimenti del dorso riquadrati. Nel secondo il nome dell’autore e il titolo dell’opera; seminato di corolle stilizzate in quelli residui. Capitelli muniti di due anime circolari avvolte da fili in seta rosa, verde e bianca. Cucitura su cinque nervi rilevati. Indorsatura e rimbocchi non osservabili. Labbri ornati con serpentine. Margini dei contropiatti, rivestiti da lembo in seta rossa, ornati con serpentine mute e stelle a cinque punte entro nastri azzurrati. Carte di guardia in seta rossa e bianche. Tagli dorati brillanti. Segnacolo in seta rosa. Stato di conservazione: discreto. Spellature al materiale di copertura.

Legatore

Bozerian, Jean-Claude (XVIII - XIX secolo, Lefebre / Parigi)

Commento alla legatura

I fregi e le note tipografiche inducono ad assegnare la legatura alla fine del XVIII- inizio XIX secolo, eseguita a Parigi da Jean-Claude Bozerian o Lefebvre (nipote) segnalato tra il 1809 e il 1831, la cui congiunta firma potrebbe celarsi l’etichetta della segnatura. In evidenza i capitelli lavorati, i tagli dorati brillanti e i contropiatti, rivestiti da lembo in seta rossa.

 

I fratelli Bozerian

Jean-Claude, detto l’Aîné, rispetto al fratello pure bibliopega, esercitò a Parigi dal 1795 al 1810.

La sua opera fu rilevante per la storia della legatura, anche perché rese diffusa una tecnica - la legatura alla Bradel - che consentiva un’apertura più agevole del libro e il mantenimento in posizione orizzontale dei fogli rispetto ai tradizionali volumi cuciti su nervi, che tendevano a richiudersi. Fu tra i primi a utilizzare la seta per rivestire le controguardie.

Il fratello François, detto le Jeune, si stabilì pure nella capitale francese tra il 1800 e il 1802, ritirandosi dall’attività nel 1818.

Non è facile differenziare tra loro i manufatti dei fratelli Bozerian, in quanto la qualità esecutiva e il tipo di decorazione sono simili.

Pur ispirandosi ai modelli inglesi, i fratelli Bozerian ricercarono nuovi motivi decorativi: l’ornamento dei piatti si concentrò nella cornice, caratterizzata da fregi con i disegni più vari, quali palmette, greche, sfingi, rose, fiori, vigne, una coppia di C intrecciate e d’aspetto vermiforme.

Alcuni piatti furono ornati con filetti a losanga-rettangolo. Le caselle del dorso furono ingentilite con palmette e lire su un fondo puntinato in oro, detto a mille puntti. Al piede del dorso o al centro della guardia libera, la firma Relié par Bozerian o Rel. p. Bozerian, consuetudine che diventerà corrente durante tutto il XIX secolo.

Per le legature di lusso, i Bozerian usavano generalmente pelle dai colori blu scuro, rosso chiaro, verde scuro e limone chiaro, tipici del periodo Impero. Il tipo di decorazione fu direttamente influenzato dalle committenze di corte. Peraltro, l’unità dell’Impero sembrava dovesse manifestarsi anche in ambito bibliofilo, con legature dallo stile omogeneo nei territori soggetti al dominio napoleonico; così, le decorazioni dei Bozerian si imposero anche in Italia. Il legatore italiano Lodigiani, per esempio, eseguì numerosi manufatti ispirati a quelli realizzati dai celebri fratelli.

Legature eseguite dai Bozerian sono custodite presso le Biblioteche Braidense e Trivulziana di Milano e, numerose, presso la Wittockiana di Bruxelles. Lefebvre, nipote e collaboratore di Jean-Claude Bozerian, è segnalato a tre diversi indirizzi parigini tra il 1809 e il 1831.