Collocazione: A.M.N.V.24

Descrizione bibliografica

Christophe Plantin; Benito Arias Montano, Davidis Regis ac Prophetae aliorumque Sacrorum vatum Psalmi, ex hebraica veritate in Latinum carmen…., Antuerpiae : Ex officina Christophori Plantini ..., 1573, 235x163x28 mm.

Descrizione della legatura

Cuoio di vitello bruno su quadrante in cartone decorato a secco e in oro. Filetti concentrici. Cornice a filetto dorato. Marca tipografica plantiniana (45x30 mm) dalla scritta in caratteri capitali «LABORE ET CONTANTIA» al centro del piatto. Capitelli, indorsatura, rimbocchi, carte di guardia rinnovati. Cucitura su cinque nervi rilevati. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura (dalle diffuse bruniture) originale in parte scomparso al dorso. Restauro Pietro Gozzi, Modena, 1973.

Commento alla legatura

La marca tipografica, la nota e le indicazioni tipografiche consentono di assegnare la legatura, appartenuta a Filippo Monti e donata in Roma, al periodo 1573- 3 aprile 1576 Christophe Plantin, tipografo e legatore, nacque nel 1514 a Saint Avertin, presso Tours, in Francia. Compì l’apprendistato di legatore a Caen, poi si trasferì a Parigi per perfezionarsi. Ben presto acquistò grande rinomanza, e nella sua arte ebbe pochi rivali. Per ignoti motivi, verosimilmente religiosi, nel 1549 si trasferì ad Anversa, ove proseguì l’attività di legatore. A causa di un infortunio che gli precluse per sempre, pare, la professione (G. Colin nel suo La fourniture de reliures par l’Officine plantinienne, 1990, pp. 346-359, Annexe, fornisce un elenco di 45 legatori che lavorarono per la sua bottega), iniziò dal 1555 l’attività di stampatore, dando vita ad una tipografia che diventerà una tra le più importanti del secolo. Plantin fu pertanto, uno dei numerosi stampatori-librai che nel Cinquecento esercitarono anche il mestiere di legatore.

Presso il Museo Plantin Moretus di Anversa si conserva, curiosamente, una sola legatura con la firma del maestro: su un Livre de l’Institution Chretienne, Anvers, Christophe Plantin, en rue de la Chambre à la Licorne d’or, 1557 in-dodicesimo, è visibile una cartella che racchiude il compasso tracciante l’arco di cerchio accompagnato dal motto «Labore et Constantia». Questa celebre divisa compariva sul frontespizio di tutti i libri prodotti nella bottega, che lavorò per Maria Tudor ed Edoardo VI d’Inghilterra, per l’imperatore Carlo V, per Filippo II di Spagna, per il duca di Croy e i cardinali di Granvelle e Ercole Gonzaga; fu impressa anche su legature plantiniane.

Non tutte le legature prodotte nell’atelier videro l’intervento diretto di Plantin, che morì ad Anversa nel 1590. In particolare, la decorazione delle 42 legature attribuite a Plantin presentate nel 1966 da G. Colin e da H.M. Nixon (COLIN – NIXON 1966), è caratterizzata dai classici schemi delle legature parigine del periodo 1540-1560 (intrecci, intrecci con predominanza di archi, intrecci con arabeschi e con volute), da motivi architettonici e schemi a centro e angoli.

Le marche editoriali, tra cui quella proposta, è censita in almeno 7 tipologie:

a. cartella ovale ad arabeschi;

b. quadrato collocato su punta;

c. nastro incrociato affiancato da fiori;

d. ferro ovale;

e. nastro ricurvo affiancato da fiori;

f. riquadro a volute;

g. con allori e palmizio.