Olindo Guerrini Acquisito in seguito a donazione da parte delle eredi Liliana e Paola Foresti Forti, il fondo fotografico di Olindo Guerrini (Forlì 4 ottobre 1845 - Bologna 21 ottobre 1916) è un archivio privato conservato ora presso la Biblioteca Universitaria di Bologna.

Proviene dalla villa di Gaibola, residenza estiva della famiglia Guerrini, dove è rimasto anche durante il secondo conflitto mondiale, con l'occupazione della villa da parte di militari tedeschi.

Consta di 1275 negativi e 4 positivi su vetro alla gelatina bromuro di argento e 9 stampe stereografiche alla gelatina a sviluppo, pervenuti in biblioteca suddivisi in sei contenitori numerati, ulteriormente suddivisi all'interno di scatole.

La schedatura preliminare (numerazione progressiva dei contenitori, numero assegnato alle serie, tipologia e consistenza delle serie, segnature e note sul contenitore originale o sulle carte pergamino, tecnica fotografica e indicazione della presenza di colore, dimensioni, stato di conservazione, ecc.) ha permesso di raccogliere informazioni utili al successivo lavoro di riordino e di descrizione dei singoli pezzi. Contestualmente sono stati eseguiti nell'immediato piccoli interventi conservativi, come ad esempio la rimozione (ove possibile) della carta pergamino, ed è stato verificato quante unità necessitassero di un intervento di restauro professionale. Lo stato di conservazione si mostrava in generale seriamente compromesso, a causa della presenza di depositi di sporcizia, polvere e di vistose formazioni di microrganismi, verosimilmente dovute alla permanenza in ambienti umidi; inoltre, le lastre presentavano una diffusa ossidazione. Di conseguenza, delle 1279 lastre fotografiche pervenute, ben 796 sono state oggetto di uno specifico progetto di restauro, reso possibile grazie al cofinanziamento della Fondazione Carisbo.

Le caratteristiche tecniche delle lastre fotografiche sono descritte nel loro complesso nella scheda del fondo e nel particolare nella scheda di ogni unità. Presentano formati e bordi irregolari, in conseguenza del taglio a mano: in generale sono comprese tra il formato 80x80 mm e 130x180 mm; il formato prevalente è 120x90 mm.

  • Il riflesso argenteo - la tecnica fotografica utilizzata per l'impressione delle lastre è l'emulsione alla gelatina bromuro d'argento, descritta per la prima volta da Richard Leach Maddox nel 1871, poi soggetta a varie modifiche e perfezionamenti. L'invenzione non solo portò notevoli miglioramenti nella qualità delle immagini, permettendo di fissare i soggetti in movimento, in quanto più sensibile e quindi più veloce all'esposizione della luce, ma consentì di commercializzare un prodotto già pronto per l'utilizzo.
  • La doppia foto - fra le 1279 lastre sono presenti 122 stereoscopie, una tecnica adoperata per conferire all'immagine fotografica un'illusione di tridimensionalità tramite l'impiego di una doppia fotografia, che veniva realizzata con una apposita fotocamera stereoscopica, dotata di due obiettivi posti alla stessa distanza degli occhi umani e successivamente visualizzata con un apparecchio dotato di una sorta di piccolo binocolo.
  • Il colore - sono presenti 4 diapositive su vetro fra le quali 3 autochrome, un procedimento per fotografare il colore brevettato il 17 dicembre 1903 dallo stabilimento fotografico Antoine Lumière et ses Fils e introdotto sul mercato nel 1907; l'immagine positiva era ottenuta per contatto diretto con una lastra sensibile trattata con granelli di fecola di patate colorati in verde, violetto e arancione.

Gli estremi cronologici della raccolta sono compresi fra il 1885 e il 1916; ad eccezione di due progetti identificati attraverso lo studio delle stampe fotografiche e delle relative annotazioni, vale a dire il gruppo di immagini identificate rispettivamente come "viaggio dantesco" e "scene bolognesi", nella maggior parte dei casi il riferimento principale per assegnare una datazione è stato la presenza nella fotografia di membri della famiglia Guerrini.

Per quanto riguarda le città, ci si è basati sullo studio degli elementi architettonici e urbanistici; sono tutte immagini collocabili tra fine Ottocento e inizio Novecento, precedenti le grandi trasformazioni che hanno interessato i centri storici e la creazione di nuovi assetti urbani funzionali al miglioramento della viabilità.

Nel caso di Bologna e, in particolare, delle "scene bolognesi" che hanno come set fotografico l'area compresa fra le piazze Vittorio Emanuele II (attuale Piazza Maggiore) e del Nettuno, le immagini si collocano nell'ultimo decennio dell'Ottocento, successive quindi ai restauri di Antonio Zannoni, ma precedenti a quelli di Alfonso Rubbiani e in ogni caso a cavallo del ripristino dei connotati della statua di Papa Gregorio XIII.

Questa gallery è la presentazione del fondo così come ci è pervenuto: tenuto conto della probabile natura autoriale del suo ordinamento, si è deciso di conservarne l'assetto originale, operando nel rigoroso rispetto della successione dei pezzi all'interno delle scatole. 

La piattaforma utilizzata è SebinaNEXT del Polo SBN UBO. È stata creata una scheda riassuntiva del fondo collegata alle schede descrittive di ogni unità, nelle quali in particolare si può trovare:

  • nel campo "Scheda" - le informazioni riguardanti i dati tecnici (tecnica e colore), la descrizione (titolo, autore, data, descrizione fisica, campo delle note), il soggetto, le fonti bibliografiche di riferimento.
  • il campo "Lo trovi in" - comprende i dati specifici della copia, come inventario, collocazione, stato di conservazione (qui sono state inserite le informazioni sul restauro), provenienza, collocazione precedente e link di collegamento all'immagine all'interno di questa gallery.

La gallery deriva dalla scheda in opac solo le informazioni relative a titolo e autore; per visualizzare la scheda completa è necessario seguire il link posto all'interno di ogni pagina di dettaglio delle immagini.