DIOSCORIDES, PEDANIUS, Simplicium medicamentorum, reique medicae libri 6
Basilea, Andreas Cratander e Johann Bebel, 1532
BUB, A.IV.D.V.40
Provenienza: Carmelitani di Bologna

Cuoio di capra marrone su quadranti in cartone decorato a secco. Tre filetti concentrici parzialmente collegati agli angoli. Cornice caratterizzata da punte e coppie di volute fogliate. Motivi a chiavistello negli angoli interni dello specchio. Placchetta circolare (50 mm di diametro) raffigurante il busto del poeta laureato di profilo destro (sinistro in araldica) entro serto di foglie d’edera. Tracce di due coppie di lacci in tessuto. Capitelli muniti di anima circolare avvolta da fili in canapa. Due bande orizzontali provviste di arabeschi negli scompartimenti del dorso arrotondato. Etichetta munita del nome dell’autore in testa. Cucitura su tre nervi alternati a quattro apparenti. Indorsatura realizzata tramite alette orizzontali cartacee. Rimbocchi rifilati senza particolare cura. Carte di guardia bianche. Tagli policromi. Stato di conservazione: mediocre - discreto. Bruniture al materiale di copertura dalla tonalità scolorita lungo il dorso, ivi parzialmente scomparso in testa e al piede. Angoli ricurvi e sbrecciati.

I fregi, il poeta laureato (proprio delle legature rinascimentali felsinee rivolto verso destra oppure a sinistra) e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura al secondo quarto del XVI secolo, eseguita a Bologna. In evidenza la cucitura su tre nervi alternati a quattro apparenti e i tagli policromi.

Volume appartenuto al petroniano convento carmelitano.

 

 

BIBBIA. NUOVO TESTAMENTO, Tes Kaines diathekes hapanta
Basilea, Johann Walder, 1536
BUB, A.M.O.VII.5/1
Provenienza: Girolamo Pallanterio

Cuoio di capra bruno su quadranti in cartone decorato a secco e in oro. Filetti concentrici collegati negli angoli. Cornice a due filetti. Foglia trilobata negli angoli interni dello specchio, ripresa in due esemplari nella cartella circolare a doppio filetto con il titolo dell’opera al quadrante superiore, a fronte del braciere ardente nel cartiglio di quello inferiore. Tracce di due fermagli costituiti dai lacerti di altrettante bindelle in cuoio di capra bruno assicurate a mezzo di due chiodi metallici a testa piatta assicurate al piatto anteriore e da un paio di contrograffe tetralobate in ottone inciso provviste di tre fori ornamentali centrali ancorate con quattro chiodi in metallo a quello posteriore. Capitelli muniti di anima circolare avvolta da fili in canapa e in lino blu. Cucitura su tre nervi alternati a quattro tratteggiati apparenti. Indorsatura realizzata tramite alette orizzontali cartacee. Rimbocchi rifilati senza particolare cura. Carte di guardia assenti. Tagli blu. Stato di conservazione: mediocre. Spellature al materiale di copertura. Piatto anteriore avulso dal blocco.

Il corame bruno, la cartella circolare centrale, il volume donato dal felsineo frate Hieronymus Pallanterius ad un vescovo bitontino e le note tipografiche propongono di attribuire la legatura al secondo quarto del XVI secolo eseguita a Bologna dal secondo legatore di Achille Bocchi (dal nome del noto committente felsineo vissuto tra il 1488 e il 1562) in particolare, attivo nel periodo 1508 (?)-1539 circa del quale questa Istituzione custodisce alcuni esemplari. Dopo il 1522, Bocchi si rivolge ad una seconda bottega: si tratta di un libraio dalla cospicua produzione.

In evidenza la Fortuna al centro del cartiglio centrale a foglie bucate, il titolo collocato al centro del piatto anteriore entro una cartella circolare oppure rettangolare, l’impronta della piastra metallica cui era fissata la catena legata al pluteo. In evidenza i nervi strutturali alternati a quelli tratteggiati apparenti, i tagli blu non infrequentemente riscontrati in produzioni cinquecentesche dell’Italia settentrionale, le contrograffe dalle dimensioni codificate, apparentemente inadatte per il limitato formato del volume proposto, lo stato non pristino del volume che consente, se non altro, di osservare parte del blocco e della controcoperta e il frontespizio illustrato.

 

 

CYPRIANUS, CAECILIUS THASCIUS, Operum diui Caecilii Cypriani episcopi Carthaginensis
Colonia, Hero Fuchs, 1524
BUB, A.M.S.VIII.36

Cuoio di capra bruno su quadranti in cartone decorato a secco. Tre fasci di filetti concentrici collegati negli angoli. Cornice caratterizzata da volute fogliate. Ampio giglio negli angoli interni e cartella ornata con trimonzio e due rami fronzuti entro quattro rosette su sfondo circolare. Capitelli muniti di anima circolare avvolta da fili in canapa. Scompartimenti del dorso provvisti di coppia di filetti incrociati centrati da cerchiello. Cucitura su tre nervi rilevati. Indorsatura realizzata tramite alette orizzontali membranacee o cartacee. Rimbocchi rifilati senza particolare cura. Carta di guardia posteriore bianca. Tagli rustici; il nome dell’autore manoscritto al piede. Stato di conservazione: mediocre - discreto. Diffuse spellature al materiale di copertura. Supporto in vista al piatto anteriore. Angoli ricurvi.

I fregi e le note tipografiche propongono di assegnare la legatura al secondo quarto del XVI secolo, eseguita a Bologna dal legatore di S. Petronio attivo tra il 1522 circa e il 1551 del quale questa Istituzione custodisce alcuni esemplari. Molti dei suoi lavori riguardano registri d’archivio e anche a libri a stampa; si tratta verosimilmente di un cartolaio. Utilizza i viticci frondosi per disegnare cornici a forma di losanga che talvolta includono il titolo, più frequentemente Cupido oppure un braciere munite di lingue di fuoco, il busto di un poeta e di un imperatore coronato d’alloro, più infrequentemente raffigurante il martire. In evidenza il taglio manoscritto al piede, ad evidenziare la collocazione a piatto del volume nella teca.