Il 1969 è l'anno in cui si sviluppa nell'opinione pubblica un forte sentimento a favore del disarmo delle forze dell’ordine soprattutto a seguito dei fatti di Avola del dicembre del 1968 in cui, durante una manifestazione, la polizia e i carabinieri aprono il fuoco sui braccianti in lotta causando decine di feriti e due morti, e a seguito degli scontri a Battipaglia nell'aprile del 1969 in cui ancora una volta le forze dell’ordine causano la morte di due civili.
Il tentativo di pace sociale cercato per anni è spazzato via da questi eventi. In autunno lo scontro tre le forze sindacali e le forze industriali caratterizza un periodo di dure lotte a favore di rinnovi contrattuali e miglioramenti non soltanto economici. La crescente tensione ha il suo culmine il pomeriggio del 12 dicembre, quando un potente ordigno esplode nel salone centrale della Banca Nazionale dell'Agricoltura a Milano causando la morte di 17 persone.
Lo stesso giorno esplodono senza causare morti altre tre bombe nella capitale, due sull'Altare della Patria di piazza Venezia e una all'interno della Banca Nazionale del Lavoro di via San Basilio.
L’impatto emotivo sull'opinione pubblica è di enorme portata, non abituata a un tale livello di violenza. Le accuse sono da subito rivolte la movimento anarchico e per estensione a tutta la sinistra.
Incendio alla Casa dello studente. Roma, 14.3.1969
Servizio fotografico n. 8245 bis, 8251
Rinvenuta una bomba al Palazzo di Giustizia. Roma, 20.5.1969
Servizio fotografico busta n. 8358 bis