• Atrio Aula Magna della Biblioteca Universitaria di Bologna
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dal 17 FEBBRAIO 2023 al 11 MARZO 2023

Atrio Aula Magna della Biblioteca Universitaria di Bologna

La Biblioteca Universitaria di Bologna, come altre biblioteche storiche d'Italia, possiede numerosi documenti antichi in lingua armena sia manoscritti che a stampa, segno concreto delle relazioni culturali che si sono stabilite tra il nostro Paese e questo popolo fin dall'Alto Medioevo. Oltre alla "Mappa armena del conte Marsili" (Costantinopoli, 1691), visibile attraverso le immagini ad alta risoluzione recentemente acquisite dalla Biblioteca, la mostra propone all'attenzione del visitatore alcuni dei pezzi più significativi della collezione, in particolare tre manoscritti miniati e nove volumi a stampa, ciascuno dei quali rappresenta un particolare momento delle relazioni italo-armene o, più in generale, dei contatti avvenuti tra gli Armeni, l'Italia e l'Europa attraverso la stampa.


La Mappa armena del conte Marsili (BUB, rot. 24)
Al primo posto per il carattere eccezionale che la contraddistingue va collocata la monumentale "Mappa armena" del conte bolognese Luigi Ferdinando Marsili (BUB, rot. 24), lunga più di tre metri e mezzo, da lui commissionata a Costantinopoli nel 1691 e inaspettatamente emersa dai depositi della biblioteca esattamente tre secoli dopo, nel 1991. La mappa, che rappresenta sotto forma di disegni colorati ad acquerello accompagnati da fitte didascalie, circa ottocento località della Chiesa armena (monasteri, santuari, chiese), è visibile online in immagini ad alta risoluzione nel sito della BUB (https://bub.unibo.it/it/bub-digitale), proiettate in occasione della mostra in un apposito monitor.

 

I manoscritti
A rappresentare l'antica arte armena della confezione del libro manoscritto sono stati scelti i tre magnifici codici miniati (i mss. 3290, 3291 e 3292) che furono donati al "papa bolognese" Benedetto XIV dal primo patriarca armeno cattolico, Abraham Petros Ardzivian, quando quest'ultimo venne a Roma nel 1742 per ricevere l'ordinazione. Tra i tre manoscritti spicca il piccolo Vangelo (ms. 3290), un capolavoro artistico sia per la splendida legatura in metallo prezioso che lo protegge, sia per la ricca e accurata serie di miniature (a piena pagina e marginali) che ne adorna le pagine, alcune con uso di oro.

 

I libri a stampa
La selezione dei numerosi antichi libri armeni a stampa posseduti dalla Biblioteca Universitaria comprende nove volumi, alcuni dei quali particolarmente rari e preziosi.

Si parte, in ordine di tempo, dalla cosiddetta "Bibbia di Oskan", ovvero dalla prima Bibbia armena a stampa, realizzata ad Amsterdam nel 1666, di cui la BUB possiede una delle pochissime (se ne contano sei in tutto) edizioni di lusso esistenti al mondo. Accanto ad essa, vengono esposti i due esemplari posseduti dalla BUB della "Bibbia di Mechitar", stampata a Venezia tra gli anni 1733-1735 dall'Abate Mechitar (1676-1749), fondatore dell'ordine dei Padri Mechitaristi dell'Isola di S. Lazzaro a Venezia, di cui uno particolarmente pregiato (A.M.O.V.1). Seguono altri volumi stampati sia ad opera di Armeni che di altre personalità o istituzioni italiane e straniere interessate, a fini missionari o di studio, alla lingua e alla civiltà armena. L'elegante edizione della Lyturgia Armena, ad esempio, esce dalla stamperia di Propaganda Fide a Roma, nel 1677, e documenta gli interessi della Congregazione nei confronti del rito armeno; sempre dalla stessa stamperia proviene il Dictionarium Novum Latino-Armenium, monumentale repertorio di vocaboli ed espressioni in armeno curato nel 1714 dal padre gesuita Jacques Villotte, che fu a lungo missionario tra gli Armeni. Il Thesaurus linguae Armenicae di Johan Joachim Schröder, uscito ad Amsterdam 1711, riveste invece grande importanza per la storia degli studi, perché l'orientalista tedesco vi sancisce per la prima volta l'indipendenza dell'armeno dalla lingua iranica e il suo posto a sé all'interno del gruppo delle lingue indeuropee. Un posto a parte spetta all'editio princeps (Venezia, 1683) della cosiddetta "Lettera dell'amicizia e dell'unione" o, nel titolo completo, Lettera dell'amicizia e dell'unione dell'imperatore Costantino gran Cesare e di san Silvestro sommo pontefice, e di Tiridate re d'Armenia e di san Gregorio illuminatore della nazione armena scritta nell'anno del Signore 316, un falso storico circolante nell'Armenia ciliciana relativo a una supposta alleanza sancita agli inizi del IV secolo tra il re armeno Trdat e san Gregorio l'Illuminatore con i rispettivi "omologhi d'Occidente" Costantino imperatore e papa Silvestro. L'opera, ristampata più volte, di cui la BUB conserva l'editio princeps (Venezia, 1683), al di là delle strette motivazioni religiose e politiche che ne motivarono la composizione, può essere considerata un esempio del sentimento di vicinanza e di amicizia con cui il popolo armeno guardava all'Italia.
Infine, i due ultimi volumi in ordine di tempo esposti rappresentano la straordinaria attività culturale promossa attraverso la stampa dai monaci mechitaristi dell'Isola di San Lazzaro a Venezia: si tratta della Storia degli Armeni del Padre Mikʿayēl Čʿamčʿean, uscita in tre tomi (Venezia, 1784-1786), che offre la prima ricostruzione della storia armena in senso scientifico moderno e i Paralipomena Armena di Filone Alessandrino (I sec. a.C.-I sec. d.C.), pubblicati dal Padre Giovan Battista Aucher (Venezia 1826). Quest'ultima e le precedenti edizioni curate dai Padri Mechitaristi all'inizio dell'Ottocento di opere della letteratura greca conservatesi unicamente nella loro antica traduzione armena furono al centro di un grande interesse da parte di studiosi italiani ed europei, tra i quali va annoverato anche Giacomo Leopardi.

 

Bibliografia di riferimento

  • A. Sirinian – Kh. Harutyunyan, Il "Vangelo armeno" (ms. 3290) della Biblioteca Universitaria di Bologna: uno sguardo al manoscritto e alla sua storia, Rimini, Imago, 2022

 

Come visitare la mostra