dal 15 OTTOBRE 2005 al 22 OTTOBRE 2005
Atrio dell'Aula Magna
In occasione dell'annuale Giornata Mondiale dell'Alimentazione indetta dalla FAO (16 ottobre 2005) la Biblioteca Universitaria di Bologna, così ricca di testimonianze e documenti, ha voluto aderire alle celebrazioni ufficiali di questo evento. Lo ha fatto con una piccola ma significativa esposizione di manoscritti e libri a stampa che riguardano il cibo nei suoi vari aspetti quali il legame col territorio, la distinzione tra il tenore alimentare delle classi abbienti e quello riservato ai ceti più umili nonché il ruolo che il cibo svolge come possibile terreno di incontro fra le varie culture, argomento quest'ultimo particolarmente sviluppato nelle celebrazioni di questa edizione del 2005.
Solo, infatti, la conoscenza approfondita della storia, della cultura, delle tradizioni degli altri popoli, e, fra queste, le tradizioni culinarie, permette di acquisire il senso di rispetto per il diverso, condizione preliminare per il dialogo interculturale e la coesione sociale. In questo senso Bologna la "grassa" come comunemente viene definita già a partire dal XIII secolo in ambienti universitari francesi, può costituire un esempio di come anche il cibo, oltre che la cultura che in essa si esprime, possa contribuire a rendere una città affabile, aperta, accogliente nei confronti di tutti, docenti e discenti, provenienti dalle varie nazioni d'Europa, che avevano la possibilità di conoscerla ed apprezzarla in tutti i suoi aspetti, compreso quello della sua cucina e renderla quindi famosa, nelle terre di provenienza. Si potrebbe affermare che la fama di Bologna in campo gastronomico sia dovuta non solo alla ricchezza dei suoi prodotti e alla abilità nel confezionarli, ma anche alla circolazione di culture diverse all'interno della città.
Nelle opere che vengono esposte si è cercato di illustrare questi aspetti peculiari legati al cibo, presentando opere manoscritte e a stampa antiche e moderne riguardanti i prodotti alimentari legati al territorio bolognese e l'arte di trasformarli in prelibati piatti per la tavola dei poveri e dei ricchi, a partire dal cinquecentesco Trattato della natura de' cibi e del bere del bolognese Baldassarre Pisanelli, allievo di Ulisse Aldrovandi, alla secentesca operetta popolare Il banchetto de' Malcibati del poeta Giulio Cesare Croce, inimitabile cantore della miseria dei "villani", per giungere infine a La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi, in cui sono presentate ricette di cucina della borghesia ottocentesca, e alle amorose descrizioni che Alessandro Cervellati fa della sua città negli anni '50 e '60, attraverso opere quali Bologna la grassa, Bologna a tavola, Bologna a tavola ieri e oggi.