PLINIUS SECUNDUS, GAIUS, Historiae naturalis Libri XXXVII
Venezia, Melchiorre Sessa <1.>, 1513
BUB, A.V.O.IX.8
Provenienza: Bologna, Convento di S. Giuseppe

Fondello in cuoio di bazzana marrone su assi in faggio smussate ai contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorato a secco e in oro. Cornice caratterizzata da coppie di rosette entro volute; gigli allungato forato negli angoli interni e lungo la cartella circolare centrale di foggia orientaleggiante nella coppia di specchi disposti verticalmente. Tracce di quattro fermagli costituiti da altrettante bindelle in cuoio marrone inserite entro apposito incavo rettangolare assicurate a mezzo di cinque chiodi a testa emisferica e da due paia di impronte in foggia di fogliami stilizzati ancorati con tre chiodi a quello posteriore. Capitelli muniti di anima in pelle allumata passante avvolta da fili in canapa. Cucitura su tre nervi in pelle allumata fendue. Indorsatura realizzata tramite alette orizzontali membranacee manoscritte. Carte di guardia bianche. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre. Spellature al materiale di copertura. Piatto anteriore avulso dal blocco.

I fregi e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura alla prima metà del XVI secolo, eseguita a Bologna dal legatore di S. Petronio (1522 circa - 1551) del quale questa Istituzione custodisce alcuni esemplari: artefice di diversi lavori destinati a registri d’archivio, la bottega adotta viticci per adornare riquadri in foggia di losanga, talvolta provvisti del titolo, più frequentemente caratterizzati da un cupido, un braciere ardente, un busto di poeta. In evidenza i rimbocchi (qui oscurati dalla controguardia che nascondono il colore originario del materiale di copertura), la cucitura su nervi in pelle allumata fendue, l’indorsatura realizzata tramite alette orizzontali membranacee manoscritte.

Volume appartenuto al convento bolognese di S. Giuseppe.

 

 

PINDARUS, Olympia. Pythia. Nemea. Isthmia
Romae, Zaccaria Calliergi, 1515
BUB, A.V.R.IX.6/1

Cuoio di capra marrone oliva su quadranti in cartone decorato a secco e in oro. Coppia di cornici concentriche brunite arcuate alle estremità e nelle porzioni mediane; foglia d’edera negli angoli. Il nome dell’autore nella cartella tetralobata centrale al piatto anteriore, la Fortuna con vela a quello posteriore. Tracce di quattro coppie di lacci in seta verde. Capitelli in canapa e in seta verde e bianca. Cucitura su tre nervi rilevati. Indorsatura realizzata tramite alette cartacee. Rimbocchi discretamente rifilati. Carte di guardia bianche. Tagli blu. Stato di conservazione: discreto. Spellature al materiale di copertura dalla tonalità scolorita lungo il dorso. Angoli ricurvi.

L’impianto ornamentale, i fregi e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura al secondo quarto del XVI secolo, eseguita a Bologna dal legatore alla vignetta, attivo nel periodo 1525 circa - 1545. Mentre il legatore degli studenti tedeschi rifornisce principalmente gli studenti stranieri, questo artigiano è un libraio che provvede alla clientela italiana; colloca al centro del piatto anteriore entro una vignetta costituita da corolle bucate, analoga a quella del secondo legatore di Achille Bocchi, il titolo del volume, un Cupido oppure un cartiglio a quattro lobi ad esempio munito della Fortuna; è noto anche il secondo legatore alla Vignetta (1526 circa - 1529) che adotta un analogo impianto ornamentale, operante tuttavia su scala nettamente inferiore, dato che solo 6 sono i manufatti censiti. In evidenza i tagli blu.

Volume assente in DE MARINIS 1960 e HOBSON – QUAQUARELLI 1998.

 

AESCHYLUS, Persae. Agamennon. Choephoroe...
Ms. cartaceo, secolo XV
BUB, Ms. 2271
Provenienza: Monastero del Santissimo Salvatore di Bologna

Cuoio di capra bruno su assi lignee smussate ai contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorato a secco e in oro. Impronte di cantonali lanceolati e di umbone quadrangolare. Cornice interna caratterizzata da arabeschi. Cuspide formata da fogliami forati negli angoli interni dello specchio, ripresa quattro volte nella cartella centrale. Il titolo dell’opera in testa al piatto posteriore. Scompartimenti del dorso riquadrati, provvisti di quattro filetti diagonali e di altrettante rosette. Quattro fermagli, capitelli, cucitura, indorsatura, rimbocchi, carte di guardia rinnovati. Labbri muti. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura originale scomparso lungo il dorso. Volume restaurato.

I fregi e la bibliografia inducono ad assegnare la legatura al periodo circa 1526-1529, eseguita a Bologna dal secondo legatore alla vignetta del quale questa Istituzione custodisce alcuni manufatti. In evidenza i supporti lignei smussati ai contropiatti in auge nei lavori italiani sin dal secolo precedente, la tonalità originale del materiale di copertura sottostante i cantonali dall’applicazione completata dopo la realizzazione dell’ornamento, il titolo dell’opera al piatto posteriore secondo la consuetudine quattrocentesca nostrana, i tagli rustici e l’incipit.

Il volume, acquistato dal libraio Sigismondo de’ Libri nel dicembre 1527, costituisce uno dei 506 codici del SS. Salvatore trasportati in Francia nel 1796, ritornati quindi a Bologna nel 1815, dopo la caduta di Napoleone.