1977: Durante gli scontri tra forze dell'ordine e militanti di autonomia rimane ucciso l'agente Settimio Passamonti e gravemente ferito l'agente Antonio Merenda. Roma, 21.4.1977


Il 1977 è un anno saliente per la nuova contestazione giovanile e per l’ascesa con il ruolo di protagonisti dei militanti di Autonomia operaia.

Già a fine gennaio e inizio febbraio la capitale è teatro di gravi incidenti, scontri violenti tra gruppi di militanti di sinistra e polizia causano il grave ferimento di un agente e due studenti. Il 17 febbraio il comizio di Luciano Lama all'interno dell’Università La Sapienza è violentemente interrotto da gruppi di autonomi che si scontrano con il servizio d’ordine del Pci e distruggono il palco allestito per il comizio. L’evento passerà alla storia con l’epiteto la “cacciata di Lama”.

L'episodio segna l’inizio di una vera e propria stagione di guerriglia urbana, sia a Roma che in altre città come Bologna e Milano.

Proprio a Bologna, il 13 marzo, lo studente Francesco Lorusso militante di Lotta Continua resta ucciso da un colpo sparato da un agente durante una manifestazione studentesca all'incrocio tra via Irnerio e via Mascarella.

Il 12 maggio a Roma, durante una manifestazione organizzata da Partito Radicale proibita però dal ministro dell’Interno Francesco Cossiga, un colpo sparato da un agente in borghese colpisce alla schiena e uccide la giovane studentessa Giorgiana Masi. Ancora nella capitale, il 3 settembre il militante di Lotta Continua Walter Rossi è ucciso da un gruppo di neofascisti. Queste morti porteranno a un incremento consistente di manifestazioni di protesa e violente contestazioni organizzate dalla sinistra.

Tra le fila delle forze dell’ordine trova la morte il 21 aprile l'allievo sottufficiale Settimio Passamonti, colpito da alcuni proiettili sparati da dimostranti appartenenti ad Autonomia durante lo sgombero dell’università occupata La Sapienza. Una settimana dopo, a Torino, è assassinato con cinque colpi di pistola l’avvocato Fulvio Croce. A rivendicare l’omicidio sono le Brigate rosse.

Nel corso dell'anno si aggiunge come nuovo bersaglio delle Br la classe dei giornalisti: nei mesi di giugno e luglio si susseguono a Genova e a Roma gli attentati contro il direttore del TG1 Emilio Rossi, il direttore del Giornale nuovo Indro Montanelli e il vice direttore del Secolo XIX Vittorio Bruno.

Sempre nel mese di luglio un violento scontro a fuoco nel cuore della capitale, tra militanti dei Nap e carabinieri, causa la morte del nappista Antonio Lo Muscio e il ferimento con conseguente arresto delle nappiste Franca Salerno e Maria Pia Vianale.

 

“La data è significativa: nel 1977 si apre un nuovo ciclo di contestazioni nelle università, ma i dieci anni che le separano da quelle del 1968 mostrano quanto si sia alzato il livello della tensione e degli scontri. Perché cambiata è la condizione dei giovani e più in generale quella dell’Italia. Il miracolo economico ha esaurito il suo ciclo di piena occupazione e di sviluppo costante; sono iniziati gli anni della crisi e le nuove generazioni non hanno più davanti quel futuro assicurato che i loro fratelli maggiori davano per scontato. Rabbia, delusione, sfiducia nelle classi dirigenti e nei partiti segnano l’inizio del tramonto della prima Repubblica che invano la Dc e il Pci cercano di esorcizzare con un governo di solidarietà nazionale.” 

V. Vidotto, E. Gentile, S. Colarizi, G. De Luna, Storia d’Italia in 100 foto, (2017)