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In rete: il Mare Interno e le Terre illuminate dal suo riflesso

Di Franca Antonucci

"Sino ad oggi, nel nuovo mondo non si è ancora scoperto nessun Mediterraneo come ce ne sono in Europa, Asia e Africa…" (J. Acosta, Histoire naturelle des Indes, 1598).

"Il Mare Interno del Cinquecento appare più vasto di oggi; è un personaggio complesso, ingombrante, fuori serie. Sfugge alle nostre misure abituali. Inutile volerne scrivere la semplice storia…; inutile voler dire a suo riguardo, le cose alla buona, come sono avvenute… Il Mediterraneo non è neppure un mare, è, come fu detto, un complesso di mari , e di mari ingombri di isole, tagliati da penisole, circondati da coste frastagliate. La sua vita è mescolata alla terra, la sua poesia è più che a metà rustica, i suoi marinai sono contadini; è il mare degli oliveti e delle vigne quanto degli stretti battelli a remi o dei navigli rotondi dei mercanti, e la sua storia non è separabile dal mondo terrestre che l'avvolge più di quanto non lo sia l'argilla dalle mani dell'operaio che la modella.” (Fernand Braudel. La Mediterranée et le monde méditerranéen a l’époque de Philippe 2).

Con un incipit avvincente il grande storico francese pubblica nel 1949 la sua indagine, profondamente innovatrice, su un’area geografica oggi più che mai al centro di interessi politici ed economici. Nella sua opera monumentale leggiamo considerazioni lungimiranti ed avvertiamo l’improrogabile esigenza di mettere a fuoco quel sapere delle arti e delle scienze che nel corso dei secoli ha unito le sponde del Mare nostrum. Uno spazio dove, nel dipanarsi del tempo e nel susseguirsi degli accadimenti, diverse culture e società si sono confrontate intessendo molteplici relazioni che hanno permesso la sedimentazione di una memoria comune.

 “Non esiste al mondo spazio meglio illuminato, più carico d'umanità, meglio inventariato di quello del Mare Interno e delle terre illuminate dal suo riflesso. Ma […] bisogna dire che questa massa di pubblicazioni opprime il ricercatore come una pioggia di ceneri. Troppi di questi studi parlano un linguaggio di ieri, ormai per più d'un aspetto desueto. Ciò che interessa non è il vasto mare, ma questo o quel minuscolo tassello del suo mosaico; non già la sua grande vita movimentata, ma gli atti o i gesti dei principi e dei ricchi, un pulviscolo di fatterelli senza misura comune con la possente e lenta storia che ci preoccupa. Troppi di questi studi debbono essere ripresi, riportati alla scala dell'insieme, sollevati, per restituir loro la vita. Non c'è, neppure, possibile storia del mare senza la conoscenza precisa delle vaste fonti dei suoi archivi. Ma il compito non è forse superiore alle forze di uno storico isolato? Nel Cinquecento non esisteva stato mediterraneo che non avesse il suo archivio ben fornito di documenti sfuggiti agli incendi, agli assedi, alle catastrofi di ogni genere che il mondo mediterraneo conobbe. Ora, per inventariare ed esaminare queste ricchezze insospettate, queste miniere del più splendido oro storico, occorrerebbero non una, ma venti vite o venti ricercatori, ciascuno dei quali vi consacrasse contemporaneamente la propria esistenza. Forse, un giorno, nei cantieri storiografici, non si lavorerà più con i nostri metodi di piccoli artigiani. Quel giorno, forse, sarà lecito fare la storia generale su testi originali, e non già, come ora, su libri più o meno di prima mano”.(Fernand Braudel. Ibidem).

Quel giorno” è arrivato da tempo: la tecnologia offre oggi diverse forme di riproduzione, di catalogazione e localizzazione dei documenti. Il progetto: ARISTHOT / INTERNUM: SCIENZE NEL MEDITERRANEO, nato nell’aprile 2006, co-finanziato dall’Unione Europea, ha lo scopo di “Mettere in relazione i Paesi delle due sponde del bacino del Mediterraneo attraverso la valorizzazione del patrimonio scientifico comune mediante gli strumenti della Società dell’ Informazione”. L’obbiettivo viene perseguito attraverso lo sviluppo di un corpus testuale e iconografico che si avvale della digitalizzazione del patrimonio documentario, già consultabile on-line, conservato in 14 Istituzioni, cui afferiscono circa 70 centri universitari, archivistici e museali. La banca dati digitale fonda le sue radici nel lavoro fatto fin dal 2003 con il progetto di biblioteca virtuale INTERNUM. Scorrendo l’elenco delle agenzie culturali coinvolte, troviamo fra le altre: Centre de Conservation du Livre, con sede ad Arles, che propone stages internazionali di specializzazione in restauro, conservazione preventiva, gestione di nuove tecnologie per la valorizzazione del patrimonio. Il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni, Associazione no-profit, cui afferiscono 37 tra le maggiori Università italiane. Coordina e promuove attività di ricerca teorica ed applicativa, nonché formazione avanzata nel settore anche in cooperazione con Enti e Industrie nazionali ed internazionali. La Biblioteca Civica Berio di Genova, uno dei più importanti centri culturali cittadini con il Fondo Colombiano,  fornisce attività di promozione della lettura e didattica. L’Università degli Studi di Cagliari con il Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze Umane.

L’Associazione GEHIMAB (Groupe d’Etudes et de Recherches sur l’Histoire des Mathematiques à Bougie), in arabo: Bejaia (Algeria). In questi luoghi trascorse alcuni anni il mercante e matematico pisano Leonardo Fibonacci (1170-1240). Proprio per approfondire i procedimenti matematici introdotti per la prima volta dagli Indiani e diffusi dagli Arabi nell’ambiente mediterraneo, lo studioso italiano viaggiò molto prima di tornare a Pisa e scrivere i 15 capitoli della sua opera “Liber Abaci”, con cui divulgò in Europa le nove cifre (da lui chiamate indiane). In tale sistema di numerazione il valore delle cifre dipende dal posto che occupano, introdusse un nuovo simbolo (lo zero 0) per indicare le posizioni vacanti. Tuttavia è stata finora la Bibliotheca Alexandrina, centro d’eccellenza in Egitto, a fare la parte del leone negli scaffali virtuali di ARISTHOT, mettendo a disposizione on-line centinaia e centinaia di pagine dei suoi manoscritti d’argomento scientifico: trattati di medicina, farmacologia e chirurgia, carte meteorologiche, poemi, pagine del Corano e della Bibbia decorate in oro. Migliaia di testi antichi in formato digitale, consultabili nella sala di lettura più grande al mondo: 3.000 posti, 600 con pc. Tra i documenti  più preziosi: l’ultima pagina in oro di un manoscritto del 1126, testo politico di un Machiavelli islamico ante-litteram. Dai papiri ad Internet, la  Bibliotheca  rinnova il sogno di contenere il sapere dell’umanità, senza l’ambizione di possederlo in assoluto. Quanto sopravvive della sua inestimabile collezione, di una raccolta unica nel mondo antico, dell’illusione di conservare in un solo luogo tutto il sapere del mondo conosciuto, un luogo dell’anima divenuto leggendario. (www.aristhot.eu )