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Nuovo autografi carducciani in biblioteca

di Cristiana Aresti

Carducci riposa all'ombra degli abetiNel 2007 si sono svolte le celebrazioni carducciane in occasione  del centenario della morte del poeta, premio Nobel per la letteratura, e strettamente legato a Bologna ed alla sua Università. Carducci fu, infatti, per lunghi anni (dal 1860 al 1904) professore di Letteratura italiana presso l’ateneo bolognese e la sua figura è stata ricordata a Bologna con una serie di iniziative che hanno visto il coinvolgimento di diverse istituzioni cittadine, prima fra tutti Casa Carducci, singolare istituto che coniuga in sé diverse funzioni:  dimora storica con giardino e monumento, biblioteca e archivio, casa-museo, raccolta di oggetti e documenti carducciani, centro di informazione specializzata sull'opera dello scrittore, punto di riferimento per gli studi letterari Otto-Novecenteschi. Con l’occasione del centenario anche la BUB ha provveduto ad un censimento degli autografi carducciani che si sono però rivelati non numerosi seppure, in alcuni casi, di un certo interesse. La  scarsa presenza di autografi appartenenti ad un personaggio tanto rilevante per la storia culturale di questa città ha spinto, però, la direzione della BUB, sempre attenta a cogliere sul mercato antiquario le occasioni per incrementare il patrimonio della biblioteca, ad accettare l’offerta della Libreria Docet acquistando così, nel novembre 2007, un ricco carteggio, comprendente anche alcune belle foto originali, che ha come protagonisti lo stesso Giosuè Carducci, le moglie Elvira, le figlie Libertà e Beatrice da una parte, ed Enrico Boschi, medico personale del poeta negli ultimi anni della sua vita.

Il carteggio, di recente collocato tra gli autografi conservati presso il deposito manoscritti della biblioteca, è costituito da 39 pezzi, tra lettere, cartoline e fotografie originali, e testimonia l’intenso rapporto di stima e affetto che ha legato, per anni, l’intera famiglia Carducci  al dottor Boschi, medico di cui si hanno poche notizie biografiche ma che fu senz’altro molto legato agli ambienti del Positivismo bolognese tra la fine dell’800 ed il primo‘900. L’Archivio Boschi, infatti, comprendeva anche un’ampia corrispondenza con Augusto Murri (acquistata dall’Archivio storico dell’Università di Bologna) e due altri carteggi (acquistati dalla BUB insieme a quello carducciano) che testimoniano dei rapporti tra lo stesso Enrico Boschi e Alessandro Codivilla nel primo caso e, nel secondo caso, Carlo Secchi, amante di Linda Murri, coinvolto con il fratello di questa, Tullio, nell’omicidio del marito, il conte Francesco Bonmartini. Di pugno di Giosuè Carducci, in particolare, la piccola raccolta contiene alcuni biglietti e cartoline, per lo più scritte a matita e nella grafia incerta della vecchiaia, nelle quali il poeta saluta affettuosamente il medico e l’amico degli ultimi anni di vita: scrive ad esempio il 31 luglio del 1902: “Queste parole tracciate dalla mia mano restia, Le rechino tutto il mio affetto e la notizia della mia salute…” . Interessante anche il foglio contenente la stesura originale (scritto sotto dettatura ma con numerose integrazioni e correzioni autografe) dell’epigrafe incisa sul cofano destinato a conservare lo Stendardo del “Reggimento Piemonte Reale di Cavalleria” donato dalla Regina Margherita, versi che furono probabilmente l’ultimo lavoro poetico del Carducci.

Carducci sulla strada di casa, 1903Infine, sempre ricche di fascino sono le foto originali dell’epoca, in particolare mi piace segnalarne una che ritrae Giosuè Carducci a Madesimo mentre riposa all’ombra di un abete ed ha il sapore di uno scatto amatoriale che riproduce il vecchio poeta in un gesto di stanchezza di grande spontaneità.