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Notizie e curiosità

di Franco Pasti

 

Tra i tesori di Bruxelles…un manoscritto "bolognese" 

 

Dal 1 febbraio al 22 agosto 2008 si è tenuta a Bruxelles, nella Chapelle Nassau della Bibliothèque Royale de Belgique, la mostra Les Seigneurs du livre. Les grands collectionneurs du XIXème siècle à la Bibliothèque Royale de Belgique, dedicata  alle grandi collezioni private che venti celebri bibliofili dell’800 costituirono, approfittando dello straordinario numero di manoscritti  e libri a stampa antichi resi disponibili sul mercato antiquario a seguito della soppressione dei conventi di antico regime; alla morte dei proprietari, queste raccolte poi, con modalità diverse,  integralmente o smembrate, furono spesso incamerate dalla Biblioteca nazionale belga, fondata in quegli anni, anzi per l’esattezza, creata il 19 giugno 1837, proprio in occasione dell’acquisto da parte dello stato della collezione del celebre bibliofilo di Gant Charles Van Hulthem, ricca di ben 70.000 volumi.  I tesori in mostra hanno documentato la ricchezza e la varietà di una stagione fastosa del collezionismo librario, in gran parte locale, ma non solamente, come testimoniano i nomi di Thomas Phillips, con il suo progetto di biblioteca universale, e di Richard Heber. Da segnalare la presenza anche di un manoscritto di “interesse bolognese”,  ovvero del ms. 21.705 Statuts du Collège Jacobs à Bologne: il manoscritto, della metà del sec. XVIII, proveniente dalla biblioteca del giurista Jean-Baptiste Théodore de Jonghe (1801-1860), raccoglie i principali documenti e statuti del celebre collegio universitario bolognese fondato, con lascito testamentario del 9 settembre 1650, dall’argentiere Giovanni Jacobs.    

 

Requiem per il robot di Bordeaux-Meriadeck    

E’ di questi giorni la notizia che la Biblioteca pubblica Meriadeck  di Bordeaux  rimarrà chiusa al pubblico per la durata di quattro mesi: prenderà l’avvio, infatti, un grande progetto di ristrutturazione che ridisegnerà completamente i locali e i servizi, e, tra i lavori in programma, figura anche lo smantellamento del robot, inaugurato nel 1991, e divenuto, a distanza di trent’anni, un oggetto tecnologico obsoleto ed eccessivamente costoso. Progettato nel 1991 da Game Ingenierie, impresa di Saint-Médard, prototipo fortemente raccomandato dal Ministero della cultura francese, capace di performances innovative quali la distribuzione dei libri in sette minuti, grazie alla identificazione di un codice a barre, esso si era imposto all’attenzione dei bibliotecari francesi e non solo, come una  “piccola meraviglia” tecnologica di fine secolo. Oggi l’esperienza del robot viene archiviata definitivamente, per i suoi costi eccessivi, dopo che negli ultimi anni i bibliotecari hanno già provveduto a spostare i 111.000 volumi precedenetemente stoccati in esso, e come si legge sulla stampa francese, “il finira à la ferraille”. Il magazzino robotizzato della BUB rimane così privo di quello che era di solito indicato come il suo  precedente più famoso a livello europeo, mentre negli ultimi anni si registrano altre e più avanzate applicazioni  del robot retrieval system ai magazzini librari di grandi biblioteche, quali la Biblioteca “Don Bosco” della Pontificia Università Salesiana di Roma, la Ekstrom Library dell’Università di Louisville, con il suo Robotic Retrieval System (http://library.louisville.edu/ekstrom/collections/), e la Chicago State University Library, inaugurata il 12 ottobre 2006, con il sistema ROVER (Retrieval Online Via Electronic Robot) (http://library.csu.edu/ASRS/).

Naturalmente auguriamo ancora molti anni di vita alla nostra torre-robot!