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Un seminario e due libri per papa Lambertini

 

 

di Laura Miani

Prospero Lambertini è senza dubbio una figura di estrema importanza per la storia di Bologna e della Chiesa, che lo annovera, col nome di Benedetto XIV, tra i suoi più grandi papi, avendolo ritenuto addirittura un modello per i pontificati successivi al suo. Anche per la Biblioteca Universitaria di Bologna il Lambertini rappresenta un punto di riferimento imprescindibile: non a caso è definito Amplificator maximus nell’iscrizione che campeggia sull’ingresso dell’Aula Magna, il magnifico vaso librario da lui fatto costruire per accogliere la sua ricca libreria , donata all’Istituto delle Scienze della sua «dilettissima patria» con Motu proprio del 6.9.1754. La libreria domestica del Papa, i cui ultimi volumi giunsero a Bologna nel 1756, comprende ca. 25.000 libri a stampa e ca. 450 manoscritti; nell’Aula Magna sono collocati i libri a stampa (la maggior parte, in realtà, poiché opere con la provenienza B. XIV sono conservate anche in altri depositi librari della BUB).

Di tale libreria, in particolare della sua parte manoscritta, si è parlato, tra le altre cose, nel corso di un seminario internazionale svoltosi il 12-13 dicembre 2011 a Modena e Bologna, sul tema Storia, medicina e diritto nei trattati di Prospero Lambertini – Benedetto XIV. Il seminario - organizzato dalla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII e dall’Università di Modena e Reggio Emilia-Dipartimento di educazione e scienze umane, Facoltà di scienze della formazione – si è articolato in cinque sezioni, nel corso delle quali sono stati affrontati svariati argomenti: stato delle fonti, liturgia e sacramenti, Ius, riforme e pensiero giuridico, Segni di Dio e scienza.

Quasi tutti i relatori si sono posti il problema se Lambertini sia stato, come si è soliti affermare, un papa illuminato e riformatore o piuttosto un conservatore scarsamente aperto al nuovo: per Gaetano Greco, dell’Università di Siena, Benedetto XIV è paragonabile ai «sovrani delle riforme senza la riforma», come furono Vittorio Amedeo II di Savoia e Cosimo III di Toscana, fu «certo operosissimo, ma senza intaccare la continuità dell’esistente» e «rimase ancorato alle carte su cui si era formato». Se per Greco, quindi, Benedetto XIV non è il papa della modernità, per Gianvittorio Signorotto, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, il problema va impostato diversamente, tenendo conto dell’ambiente in cui Lambertini si trovò ad agire, la Curia romana, e, soprattutto, ricordando che la sua formazione era profondamente radicata nella cultura della fine del Seicento. Paolo Prodi ha sottolineato invece la particolarità di

Benedetto XIV di essere uno dei rari pontefici che scrivono libri, avvicinandolo sotto questo aspetto a Benedetto XVI: questo tema ci riporta alla sua libreria, di cui si è parlato nella I sezione del seminario, che era dedicata, come si è detto, allo stato delle fonti: epistolari, archivio e biblioteca. In particolare, io mi sono occupata dei manoscritti di Papa Lambertini conservati presso la Biblioteca Universitaria di Bologna, per intenderci, di quelli contrassegnati dalla sigla B. XIV, apposta a matita dal bibliotecario Lodovico Montefani Caprara, grande collaboratore del Lambertini bibliofilo, oltre che massimo artefice della mediazione catalografica dell’intero patrimonio librario della BUB.

I manoscritti si possono ripartire in tre nuclei: quelli delle opere di Benedetto XIV, quelli da lui acquistati e studiati in funzione delle sue opere d'interesse giuridico, storico-liturgico e teologico, quelli infine donati a lui negli anni del suo pontificato e da lui inviati in dono alla biblioteca della sua città, come risulta dalle sue lettere, in particolare da quelle inviate a Filippo Maria Mazzi, soprintendente generale della mensa arcivescovile di Bologna e «agente» della casa Lambertini (cfr. BUB, ms. 4331, voll. I-VIII). Di questi tre nuclei, io ho preso in considerazione soprattutto i primi due, poiché l’obiettivo del seminario era lo studio dei principali trattati del Lambertini, più che dei preziosi codici miniati donati al Papa e che ancora oggi figurano tra i ‘tesori’ più rinomati della BUB.

Per poter compiere una ricognizione del materiale suddetto, mi sono dedicata preliminarmente allo studio e allo spoglio dei cataloghi manoscritti e a stampa, antichi e recenti, relativi al fondo. Con la guida di questi cataloghi, ognuno con caratteristiche proprie e differenti livelli di attendibilità, è stato possibile addentrarsi nella selva dei manoscritti lambertiniani, o meglio, dei manoscritti della BUB tout court, poiché a volte, partendo dall’antico catalogo manoscritto del Montefani, è possibile identificare, come appartenuto alla libreria del Papa, un codice che altrimenti, fermandosi al catalogo a stampa, risulterebbe privo affatto di provenienza. Di particolare interesse si è rivelato l’esame di un altro catalogo, sempre opera del nostro grande bibliotecario del Settecento, il ms. 4126, contenente i Mss. di B. XIV non notati nell'Indice spedito a Roma, perché anche questo ci restituisce la mediazione catalografica del Montefani nella sua stesura autografa.

Ho evitato comunque di entrare nel merito delle questioni affrontate e dibattute nei trattati che erano oggetto del seminario, proponendomi piuttosto di rimanere nel solco del mestiere del bibliotecario, che consiste appunto nel partire dagli inventari e dai cataloghi esistenti, nell'identificare esemplari e ricostruire virtualmente ‘librarie’ e/o fondi dispersi tra i diversi depositi librari di un Istituto di conservazione, fino ad arrivare, se possibile, alla compilazione di nuovi inventari e cataloghi. Nel caso specifico del fondo dei manoscritti di papa Lambertini, la strada è stata sicuramente più agevole rispetto ad altri casi in cui gli strumenti catalografici sono pressoché assenti e la dispersione del materiale è stata maggiore, ma non per questo il lavoro è stato meno lungo e faticoso.

 

Ora si è in attesa della pubblicazione degli atti del seminario, che costituiranno sicuramente un punto fermo nel panorama degli studi sul Lambertini, vista la partecipazione di tanti e così qualificati studiosi italiani e stranieri. Nel frattempo, però, non si spegneranno i riflettori sul nostro personaggio, perché il 24 ottobre 2012, presso l’Aula Magna della BUB, ci sarà la presentazione di due recenti pubblicazioni incentrate appunto su Benedetto XIV. Si tratta di: Le fatiche di Benedetto XIV: origine ed evoluzione dei trattati di Prospero Lambertini (1675-1758), a cura di Maria Teresa Fattori (Roma : Edizioni di Storia e Letteratura, 2011) e Le lettere di Benedetto XIV al marchese Paolo Magnani, a cura di Paolo Prodi e Maria Teresa Fattori (Roma : Herder, 2011).

La cornice scelta per questo evento non sarebbe potuta essere più appropriata.