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Gennaio 2011

LETTERA APERTA PER L’ ANNO CHE VERRÀ

Cara Università,

sono trascorsi dieci anni dalla firma della Convenzione tra te e il MIBAC e in occasione di questo “anniversario” la Biblioteca ha pensato di scriverti nella speranza di ottenere finalmente una risposta concreta ai troppi problemi che, aggravandosi col passare degli anni, rendono sempre più precaria la sua sopravvivenza.

Dal 2000 l’Istituto è gestito dall’Università sotto il profilo amministrativo mentre il personale dipende ancora adesso dal Ministero per i beni e le attività culturali; non è cambiato nulla, ci risponderai: è vero, e proprio  questa situazione è fonte di difficoltà sempre più gravi. Il personale della BUB è oggi ridotto a uno sparuto gruppetto di dipendenti che, pur dimostrando una encomiabile buona volontà, non può far fronte a tutte le esigenze connesse ai lunghi orari di apertura e ai molti servizi che sempre la Biblioteca ha offerto e continua a offrire ai propri utenti. Da tre anni a questa parte la gestione delle portinerie, dei servizi di distribuzione e prestito, e in parte la sorveglianza sono affidate a cooperative esterne e a volontari, mentre, a poco a poco, gli uffici si sono svuotati: alcuni dipendenti hanno ottenuto il trasferimento in Istituti dove forse la routine quotidiana è meno irta di ostacoli, molti hanno raggiunto il traguardo della pensione e i pochi che restano non hanno accanto nessun giovane al quale trasmettere la preziosa eredità di un patrimonio di conoscenze accumulato in decenni di vita professionale; cosa accadrà quando anche questi ultimi concluderanno la loro carriera? Il che avverrà già dal prossimo anno.

E’ vero che qualunque lavoro si può appaltare, anche la catalogazione dei libri, ma ciò significa valutare solo l’aspetto meramente tecnico della nostra professione; una grande biblioteca storica è molto di più di una vastissima raccolta di libri: è uno scrigno che racchiude secoli di storia della cultura e che si apre davvero solo a chi spende la propria vita occupandosi giorno dopo giorno dei fondi che vi si sono stratificati, con competenza e con passione. E’ un sapere che non si apprende da un manuale d’istruzioni, chi lo possiede deve trasmetterlo di persona a chi lo sostituirà, ai giovani, oppure andrà perduto per sempre.

A te, cara Università, sta dunque a cuore la sorte di questa Biblioteca che proprio nel 2011 compie 300 anni di vita? Conosciamo  bene le ferite che i tagli alla Cultura hanno inferto anche a te; tuttavia vogliamo credere – e sperare – che l’Alma Mater Studiorum senta la necessità e l’urgenza di prestare attenzione anche a noi, visto che siamo rimasti l’unico caso in Italia di Biblioteca pubblica statale passata dal Ministero della cultura all’Università. E se il risultato di questa sorte dovrà essere “l’estinzione”, allora sarebbe stato meglio lasciarci dove eravamo!

Risponderai a questa lettera? Noi, confidando in un tuo intervento, formuliamo il nostro augurio per il nuovo anno: che il Paese ritrovi la consapevolezza che dove non si favorisce la crescita della cultura, e quindi di università, scuola, biblioteche, musei, teatri e cinema, si condannano le nuove generazioni a un misero futuro, perché sarà un futuro senza conoscenza.